Trent’anni dopo, Blade Runner 2049

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Blade Runner 2049

Ogni volta che sento parlare di Blade Runner comincio ad emozionarmi fino a piangere ed ogni volta spero sempre che le mie lacrime possano confondersi con la pioggia

È stato appena rilasciato il primo teaser-trailer di “Blade Runner 2049”, la pellicola diretta dal talentuoso Dennis Villeneuve e co-prodotta da Ridley Scott. Ecco la sinossi ufficiale del sequel: “Trent’anni dopo gli eventi del primo film un nuovo Blade Runner, l’Ufficiale K del LAPD (Ryan Gosling) riporta alla luce un segreto che potrebbe condurre quel che resta della società nel caos. La scoperta di K lo porta sulle tracce di Rick Deckard (Harrison Ford), un ex Blade Runner del LAPD scomparso da tre decenni.”

Di seguito il trailer:

Dalle prime immagini possiamo intuire la volontà di mantenere le stesse caratteristiche iconiche ed estremamente cupe del primo film. La pellicola arriverà nelle sale americane il 6 ottobre 2017. Nell’attesa ripercorriamo brevemente le atmosfere del primo Blade Runner.

La città degli angeli che viene mostrata dal visionario regista nel 1982 è estremamente imponente a livello visivo, una esplosione di scritte al neon, schermi e pubblicità iconiche del capitalismo americano che si impongono sulla inerme popolazione, mentre dal punto di vista architettonico i differenti stili di stampo romano, greco, assiro-babilonese, egizio, orientale, barocco, neoclassico ed infine ipertecnologico, si miscelano attraverso un agglomerato urbano sporco e fatiscente.

Gli edifici della Tyrell Corporation assomigliano a delle antiche piramidi Maya rivisitate in salsa cyberpunk, che si elevano nel cielo plumbeo a perdita d’occhio. I suoni e le voci che fanno da sottofondo, mentre seguiamo il protagonista percorrere un mondo decadente tra caotici locali alla moda, mercati e montagne di rifiuti, raffigurano una società multietnica che utilizza il cityspeak, un nuovo slang plurilinguistico.

Le fasce più povere vivono nei bassifondi della città, dove regna il caos più totale tra macerie e rottami, mentre nei livelli superiori, al contrario, troveremo i ceti più agiati, segno di una società estremamente oligarchica, che si rappresenta attraverso una netta distinzione gerarchica e strutturale della collettività.

Blade Runner 2049

L’iconografia urbana raffigurata nel film diviene così motivo di studio non solo per i cinefili ma anche un termine di paragone per molti interior designer e architetti che ad essa si sono ispirati nel corso degli anni, per una nuova chiave di lettura dello spazio urbano estremamente simbolico, dove etica, corpo e linguaggio architettonico si fondono in un unico scenario, un mix post-moderno che nel film comunica perfettamente il tono post-apocalittico.

Riusciamo ad intuire che la potenza espressiva si trova proprio nel fatto di poter individuare numerosi temi che si mescolano all’interno dell’opera Blade Runner;

La pellicola infatti, può essere analizzata da molteplici punti di vista che ci invitano ad una attenta riflessione; la forte carica filosofica ed etica tra uomo e macchina, le visioni metaforiche e lungimiranti che di fatto rappresentano un chiaro grido di allarme ecologico.

Infine, nelle scene conclusive troviamo delle evidenti allusioni di stampo religioso rappresentate dal perdono da parte del replicante “Roy Batty”, gli ultimi atti veicolano un forte impatto iconico incentrato nell’atto di sacrificio del “Figliol prodigo”, d’altronde sono molti i parallelismi con la storia biblica che dipingono questo affresco futuristico.

Blade Runner 2049

Il concetto di artificiosità viene fatto riaffiorare durante l’enigmatico epilogo, quando Rachel calpesta involontariamente con il tacco della scarpa l’origami a forma di unicorno lasciato appositamente da Gaff, richiamando l’attenzione di Deckard circa la propria natura.  Vi è infatti un sogno ricorrente nel protagonista che raffigura l’animale mitologico in corsa e il fatto che Gaff sappia della visione onirica lascia aperte mille porte interpretative, permettendo ancora una volta allo spettatore di scegliere la chiave ritenuta più giusta per aprirle.

Dopodiché il film si avvia verso la conclusione accompagnato dalle straordinarie note della evocativa colonna sonora composta da Vangelis. (Versione Director’s Cut)

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Articolo di Damiano Greco

Damiano Greco

Ammaliato dall'innovazione tecnologica, ispirato dall'ingegno dell'uomo. Su Objects per raccontare e soddisfare il suo lato più geek.

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