Le meraviglie di Archifest 2016: idee e colori a Singapore

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Alla sua decima edizione, il festival di architettura organizzato dal Singapore Institute of Architects (SIA) si è presentato all’appuntamento annuo con un ampio ventaglio di originali iniziative. Tra il 23 settembre e il 9 ottobre più di 30 eventi si sono incentrati sulla tematica Exhale

Con la collaborazione del Singapore Institute of Landscape Architects (SILA) quest’anno la manifestazione ha rimesso in discussione i concetti essenziali di ambiente, spazio e città. Un anno dopo What Future?, Exhale si sofferma sull’evoluzione del rapporto tra Uomo e Ambiente, fornendo agli interessati nuovi spunti e prospettive.

La curiosità dei visitatori è confluita a Raffles Place Park, centro dell’evento: esibizioni, conferenze, installazioni e workshops hanno intrattenuto i presenti e dato nuova luce al cuore commerciale della città.

Per due settimane, attraversando il parco, i passanti hanno visto stagliarsi sui grattacieli del Downtown Core l’immenso padiglione in technicolor – l’RGB Pavilion – selezionato per l’occasione come portavoce dello spirito del festival.

“The Pavilion is set to inspire more people to recognize the profound impact that design and the built environment have on the vitality of the city and our lives” ha dichiarato il Presidente di Giuria dell’Archifest Richard Ho, sottolineando l’influenza del design sulla vita della (e nella) città.

Frutto del lavoro del team DP Architects, il padiglione è interamente composto da reti di protezione sospese su impalcature d’acciaio – scelta consapevole con cui l’evento prende posizione contro l’eccessiva intensificazione urbana e la gentrificazione locale.

Catturato dall’imponenza della struttura, l’occhio viene ingannato dal sovrapporsi dei diversi strati di colore: cambiando aspetto a seconda del punto di osservazione, l’opera regala ai visitatori un’esperienza di psichedelia urbana a cui è impossibile rimanere indifferenti.

Il padiglione ha ospitato molte delle iniziative proposte dal festival; tra queste, Elevate ha offerto ai più curiosi la possibilità di vivere un’esperienza multisensoriale al confine tra meditazione e sogno.

Sperimentando toni binaurali – frequenze diverse ascoltate contemporaneamente in cuffia – e soundscapes, l’organizzazione sociale INDIGOISM incoraggia ad “elevarsi” dal mondo terreno ritrovando contatto con l’ambiente interiore.

Ad Archifest 2016 inoltre si è svolta la sedicesima edizione del SIA Architectural Design Awards, in cui i membri del SIA hanno presentato le proprie audaci soluzioni di design architettonico. La manifestazione ha da sempre a cuore le tematiche di innovazione e sostenibilità, facendone criteri fondamentali per l’assegnazione dei premi; tra i vincitori di quest’anno i progetti PARKROYAL on Pickering e Upgrading of Nanyang Primary School hanno spiccato rispettivamente nella categoria dei progetti commerciali e istituzionali.

Altra trovata di INDIGONISM e dei ragazzi della crew Briefs, il Barter Market ha dato espressione all’anima sociale del festival. “Trade Something for Something”: questo lo slogan dell’iniziativa, che il 9 ottobre ha chiamato a raccolta una comunità in cui il baratto è tornato per un giorno a governare le transizioni. Artisti, musicisti e artigiani hanno messo a disposizione le proprie opere e abilità in cambio di beni o servizi offerti dai visitatori; raggiunto l’accordo lo scambio poteva avere luogo (per regolamento, senza l’utilizzo di denaro). L’artista WANG, per citarne uno, ha scambiato i propri bizzarri lavori con giocattoli, vecchi fumetti o semplicemente una canzone improvvisata.

Il Barter Market, in armonia con le tante altre idee realizzate all’interno dell’evento, sprona a riconsiderare il significato di ambiente, progresso e società. Credendo nella forza di iniziative di tale valore ci auguriamo che Archifest, già a partire dal prossimo autunno, riesca a coinvolgere e responsabilizzare sempre più persone.

Foto copyright: ArchdailyIgniteSIAHypeandstuff,Archifest

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Articolo di Matteo Gullì

Matteo Gullì

Studente perenne, sospeso tra racconto e realtà

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