Pesce scorpione, un rischio per i nostri mari
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Nei giorni scorsi la IUCN (International Union for the Conservation of Nature) ha confermato la presenza nel Mediterraneo del Pterois miles, pesce scorpione, in particolare lungo le coste turche e cipriote senza però escludere che si possa diffondere nelle nostre acque.
Si tratta di una specie originaria del Pacifico e dell’Oceano indiano meridionale, dotata di una sorta di pungiglione e di “filamenti” tossici, potenzialmente letali per l’uomo. Tra i pesci di questa famiglia è certamente il più pericoloso per l’uomo. Il contatto, infatti, provoca dolore, vomito e nei casi più gravi edema polmonare, paralisi respiratoria e ischemia del miocardio.
“Questa specie può avere un impatto pesantemente negativo sugli ecosistemi e sulle economie locali” – spiega il Dr. Jiménez, biologo marino del The Cyprus Institute.
Infatti da un punto di vista ecologico la presenza di questa specie può portare a grandi ripercussioni sulla biodiversità nativa delle aree che infesta. È estremamente aggressiva e potrebbe essere occasionalmente al vertice della catena alimentare. La presenza del pesce scorpione, di conseguenza, rischierebbe di influenzare anche l’economia locale, per la riduzione di altre specie d’interesse commerciale, turismo e le attività correlate.
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