Marcia Celeste nelle tenebre. Alexis Pichot e la paura del buio

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Voici venir les temps où vibrant sur sa tige

Chaque fleur s’évapore ainsi qu’un encensoir ;

Les sons et les parfums tournent dans l’air du soir ;

Valse mélancolique et langoureux vertige !

[…]

Un coeur tendre, qui hait le néant vaste et noir,

Du passé lumineux recueille tout vestige !

Le soleil s’est noyé dans son sang qui se fige…

Ton souvenir en moi luit comme un ostensoir !

Charles Baudelaire, Harmonie du soir

In una sinestetica corrispondenza di suoni, colori e odori, come in un mistico rituale, Charles Baudelaire elogia l’idillio serale come momento unico e onirico ove i sentimenti si fanno sempre più profondi. D’altra parte si sa, la notte porta consiglio, così come porta con sé l’inquietudine delle tenebre.

Di fronte a un sentimento che in letteratura definiremmo ‘sentimento del sublime’ l’uomo assiste allo spettacolo della natura in un susseguirsi dicotomico di fascino e paura. Portavoce di questo stato d’animo sono le fotografie di Alexis Pichot, fotografo francese.

Le città e le loro vestigia notturne sono state per me campi di indagine sacri, tanto per le loro linee architettoniche quanto per le storie di cui sono testimoni. Nata dalla consapevolezza e dalla sensibilità per la società moderna – oltre al fatto che vivo in una città – la natura è diventata la mia fonte di rigenerazione.

Alexis Pichot

Nel 2011, Alexis Pichot prende l’audace decisione di reindirizzare la propria vita professionale verso una passione autoguidata, la fotografia. Dieci anni di lavoro come interior designer a Parigi fanno dell’artista un degno osservatore dell’uso dello spazio e dei suoi componenti, il che si rivela fondamentale per i futuri lavori in ambito fotografico. 

Di notte, la luce e lo spazio sono le mie fonti di ispirazione, sperimentazione e confronto, ma soprattutto di appagamento. Perforo la notte usando il movimento fisico, oltre a usare la luce per vedere oltre ciò che è visibile, in un luogo dove l’oscurità non ha ancora assorbito tutto.

Alexis Pichot

Da sempre affascinato e al contempo impaurito dallo scenario notturno, Alexis presenta la maggior parte delle sue straordinarie opere proprio in questo tipo di ambientazione: foreste tetre e inquietanti, boschi, pianure e montagne cupe e dai toni sepolcrali acquisiscono- letteralmente – una nuova luce attraverso la lente del fotografo francese.

Nasce così Marche Céleste, la documentazione di un anno di immersioni notturne nella Foresta di Fontainebleau, in Francia. Il nome della serie è frutto della creatività della compagna Isabelle Chapuis: i fari e le luci installate nel paesaggio naturale fungono da guide, rendendo così possibile l’osservazione dello spettacolo offerto dall’oscurità e al contempo offrendo una prospettiva meno spaventosa.

Ispirato dalla sua vita frenetica in città, il fotografo Alexis Pichot si ritira nei boschi per riconnettersi con i suoi spiriti e scoprire un mondo nascosto.

Lasciandosi avvolgere dall’atmosfera notturna della foresta, dalla presenza degli animali, dal fruscìo della vegetazione e dalla dolce musica del vento che fa danzare i rami, Alexis riesce a restituirci attraverso questa serie una moltitudine di immagini che catturano il suo dialogo con la natura e l’eterna danza di luce e oscurità, conferendo al paesaggio un tocco misterioso.

A seguire altri lavori dell’artista.

Foto Copyright: Alexis Pichot – alexispichot.com@alexis_pichot

29 giugno 2021

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Tag: Alexis Pichot.
Articolo di Giuditta Duranti

Giuditta Duranti

Vivo per scrivere, scrivo per vivere. Fotografo per passione. Da sempre innamorata dell'arte e della letteratura, mi diletto con zelo e passione a narrare le vicende del mondo e a immortalarne i momenti più belli.

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