L’impatto del cibo sull’ambiente, suggerimenti pratici per ridurlo

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L’impatto del cibo sull’ambiente

La produzione e il consumo di cibo sono responsabili di circa il 10% delle emissioni globali di gas serra e la creazione di nuovi spazi per l’agricoltura sta distruggendo gli habitat naturali contribuendo alla enorme perdita di biodiversità.

Entro il 2050 le aree agricole ora coltivate dovranno espandersi notevolmente per soddisfare l’aumento della domanda rendendo la conciliazione della produzione alimentare globale con la conservazione della biodiversità una delle principali sfide del XXI secolo.

Ogni anno, secondo la FAO, in tutto il mondo vengono sprecate 1,3 miliardi di tonnellate di cibo. 1,3 miliardi di tonnellate è una quantità che si riesce difficilmente anche solo a immaginare. 1,3 miliardi di tonnellate corrisponde a circa un terzo di tutto il cibo prodotto nel mondo per il consumo umano.

Oggi più che mai è quindi necessario un cambiamento sostanziale nella produzione di cibo, nella nostra dieta e nello spreco alimentare per rendere il sistema alimentare globale il più sostenibile possibile.

Una trasformazione che richiede la collaborazione di ciascuno di noi, iniziando dalla nostra quotidianità. Come? Seguendo qualche suggerimento pratico magari, potrà sembrare più semplice.

Mangia ciò che compri

Controllando ciò che si ha a disposizione nel frigorifero prima di fare una nuova spesa. Chiedendo ai commensali quanta fame hanno prima di servire in tavola. Svuotando sempre il proprio piatto. Disponendo in dispensa ciò che scade prima sugli scaffali davanti.

Riduci il più possibile il consumo di carne e latticini e quando ti sentirai pronto eliminali del tutto

Ormai è risaputo, l’industria della carne e dei suoi derivati, latticini compresi, è una delle più inquinanti al mondo.

Ridurre il consumo di questi prodotti è una necessità, eliminarli del tutto, la soluzione. Non per tutti sarà facile, ma è necessario farlo. Riducendo il consumo di questi prodotti non solo contribuiremo alla riduzione della CO2 emessa ma miglioreremo anche la nostra salute.

Una delle principali obiezioni che vengono fatte a chi decide di approcciare una dieta vegana è la scarsa varietà di cibi che si possono scegliere.

Bè, nulla di più falso, la dieta vegetale permette di sperimentare una quantità incredibile di cibi ed esistono una gran varietà di prodotti processati, dai nuggets e burgers plant based ai gelati senza latte – miei prefe qui – che non ti faranno mai mancare quelli “originali”.

Acquista prodotti di stagione, evitando quelli coltivati in serra e spediti via aerea

E’ sempre meglio prediligere prodotti locali a km zero che seguono la stagionalità delle colture. Per esempio, non acquistare pomodori nel mese di gennaio o asparagi nel mese di agosto. E’ bene sapere che la frutta e la verdura coltivata in serra hanno un impatto simile a quella trasportata via aereo, perché per tenere l’ambiente abbastanza caldo da poter coltivare anche in inverno serve molta energia.

La frutta tropicale sarebbe meglio evitarla, anche se quella che si conserva molto a lungo come la banana, viene trasportata via nave, rendendo l’impatto del trasporto molto più limitato rispetto a quello dell’aereo.

Evitate gli imballi inutili, anche se non di plastica

Quando possibile, evita gli imballaggi inutili. Sia che si tratti di plastica sia che si tratti di cartone o alluminio.

L’impatto del cibo sull’ambiente

Carta e cartone

Come spiega Mike Berners Lee nel suo saggio La tua impronta, la carta e il cartone sono spesso responsabili di maggiori emissioni durante la loro produzione rispetto agli imballaggi di plastica, perché per produrre la carta richiede tantissima energia e questo materiale quando finisce in discarica, sprigiona metano.

Plastica

La plastica è pessima per l’ambiente soprattutto per le sue difficoltà nel smaltirla dopo essere stata utilizzata. La sua durevolezza la rendono l’elemento più inquinante in natura, tanto durevole da essere biodegradabile in migliaia di anni e da intasare i nostri oceani e tutti gli ecosistemi del nostro pianeta.

Nonostante la sua produzione richieda meno energia rispetto a quella di vetro e carta, la plastica è praticamente impossibile da smaltire e le operazioni per riciclarla sono altamente complesse. Solo dal punto di vista dell’anidride carbonica emessa, la plastica non marcisce e non incrementa le emissioni delle discariche.

Anche la plastica biodegradabile non è una scelta ottimale perché se male differenziata può intasare il processo di riciclo della plastica rischiando di rovinare intere partite di riciclo. Se gettata in discarica la plastica biodegradabile poi, marcisce ed emette metano.

Vetro

La produzione e il riciclo di vetro richiedono molta più energia rispetto a quella necessaria per la produzione della plastica. Il peso specifico del vetro poi incrementa l’impronta del trasporto. Per abbassare l’impronta del vetro l’unica soluzione è il riutilizzo degli imballaggi per innumerevoli volte.
Lattine di alluminio e cartoni sono da preferire come contenitori per le bevande.

Alluminio

L’alluminio è un materiale ad alte emissioni durante la fase di produzione ma più leggero e facile da riciclare. Il riciclo infatti necessita di un decimo dell’energia che serve a estrarlo dal terreno.

Riutilizzate gli imballaggi

Riciclare non significa riutilizzare. Riciclare significa trasformare un rifiuto in un nuovo prodotto, attraverso l’utilizzo di grandi quantità di energia. E’ questo il destino più comune delle bottiglie di plastica PET.

Riutilizzare gli imballaggi invece è indubbiamente una soluzione preferibile che permette di ammortizzare il costo energetico degli imballaggi. Si stima che per i materiali riutilizzabili come il vetro, tra il terzo e decimo ciclo di vita, l’impatto ambientale rispetto alle comuni bottiglie di PET sia notevolmente ridotto.

Aiutate il vostro negozio di fiducia a evitare gli sprechi

Acquistate i prodotti sulla parte anteriore dello scaffale per contribuire alla rotazione delle scorte.

Acquistate frutta e verdura con una forma non perfetta

Scegliamo prodotti con piccoli difetti di buccia, dalle forme più piccole o particolari del solito, che molti altri consumatori invece scarterebbero e porterebbero tanta merce ad essere gettata via.

Optiamo per realtà come quella di Babaco Market, che seleziona la frutta e la verdura che “non passa le selezioni” della GDO e la spedisce nelle nostre case per evitare così sprechi.

Cucinate a basse emissioni.

Mettendo sempre il coperto sulla pentola. Cucinando sempre a fiamma bassa. Optando per i fuochi a induzione rispetto a quelli a gas.

L’impatto del cibo sull’ambiente

Consumare le parti dei cibi che solitamente vengono scartate.

Utilizzare gli scarti delle verdure e dare una seconda chance a tutti quei prodotti che normalmente verrebbero buttati. Gli esempi sono infiniti: usare le foglie del sedano, o il tronchetto dei broccoli o i gambi degli asparagi per fare pesti vegetali per la pasta o le bruschette. Le foglie di scarto dei cavoletti di Bruxelles o le foglie del cavolfiore per fare delle chips croccanti. O ancora gli scarti dell’estrattore per fare muffin o barrette energetiche. O le bucce di mela per fare delle chips dolci.

Si potrebbe andare avanti quanto si vuole, l’importante è avere fantasia e voglia di sperimentare nuove ricette anti-spreco. E oltre a fare una scelta rispettosa nei confronti dell’ambiente ci permetterà di risparmiare un sacco di soldi.

Conservare bene gli alimenti

La corretta conservazione degli alimenti è importante per la nostra salute, consente di preservarne le caratteristiche nutrizionali dei cibi e di evitare inutili sprechi. Alcuni consigli per conservare al meglio gli alimenti sono evitare di fare scorte troppo abbondanti di prodotti che hanno rapida deperibilità, conservarli alla giusta temperatura e in contenitori ermetici in caso di confezioni non richiudibili.

Quando sistemiamo la spesa, riponiamo gli alimenti appena acquistati dietro o sotto quelli già presenti in dispensa la cui scadenza potrebbe essere anteriore. In questo modo si avrà sempre a portata di mano ciò che deve essere utilizzato per primo.

Riutilizzare gli scarti

scarti

Il riutilizzo di risorse è uno dei principi fondanti dell’economia circolare, il modello economico attraverso cui viene ridotto l’utilizzo di nuovi materiali in favore di risorse recuperate da prodotti di scarto attraverso il riciclo e il riutilizzo.
Gli scarti alimentari hanno un elevato impatto ambientale ed è necessario cercare delle soluzioni alternative (a livello industriale, chiaramente) per evitare che molti sottoprodotti diventino rifiuti, trasformandoli così in nuove risorse.

La cultura del riutilizzo in cucina fa parte della tradizione culinaria italiana e alcuni piatti eccezionali come la ribollita toscana, i canederli altoatesini o la frittata di pasta hanno come ingredienti principali dei prodotti, come la pasta avanzata, che senza un riutilizzo verrebbero buttati.

Anche nel nostro piccolo è possibile fare la nostra parte iniziando da piccole azioni quotidiane

Le banane troppo mature sono ideali per preparare il banana bread per esempio o i fondi del caffè sono la base perfetta per uno scrub per la pelle 100% naturale. O ancora, il pane secco può essere trasformato in pangrattato, in estate in una panzanella da accompagnare con pomodori freschi oppure nella base di una pizza buonissima e anti-spreco.

Foto Copyright: Unsplash – unsplash.com

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Tag: crisiclimatica.
Articolo di Marta Casartelli

Marta Casartelli

Entusiasta per natura, appassionata di innovazioni sostenibili e grande fan dell'autoproduzione

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