Congo, la scimmia pittrice che appassionò Picasso

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L’arte è solo per gli uomini? Congo, un piccolo scimpanzé, fece cambiare idea al mondo intero.

Negli anni ’50, l’etologo ed artista Desmond Morris, con l’intento di studiare e valutare i comportamenti creativi dei primati, mise a disposizione di Congo, uno scimpanzé di soli due anni, un pennello e una tavolozza di colori.

Il risultato dello studio fu sorprendente, non solo il piccolo scimpanzè si dilettava e provava soddisfazione nel dipingere, ma le sue opere (che possiamo chiamare tali) riuscivano a suscitare in chi le osservava sentimenti e sensazioni come la nostalgia o la malinconia.

La scelta dei colori, le variazioni tematiche e la profondità delle sue creazioni sorpresero un’intera platea di artisti e critici quando nel 1957 venne organizzata la prima mostra con le sue opere.

Erano gli anni dell’astrattismo, dell’espressionismo, ed artisti come Dalì, Mirò e Picasso furono sin da subito affascinati ed interessati ai suoi dipinti, diventandone dei collezionisti.

Ad oggi si conta una produzione di circa 400 opere, l’ultima volta esposte nel 2019 alla Mayor Gallery di Londra, alla mostra “Congo the Chimpanzee. The Birth of Art”.

Ricordo il giorno in cui Congo ha scoperto il cerchio e lo ha disegnato per la prima volta: a un certo punto lo ha riempito di colore, allora ho visto con quanta concentrazione dipingeva. Se avessi provato a interromperlo, si sarebbe messo a urlare e si sarebbe arrabbiato moltissimo. Picasso e Mirò? Vennero a casa mia per scambiare delle loro opere con quelle di Congo: lo osservavano attentamente, guardavano come posizionava le linee. Più un artista era competente e più capiva quanto Congo fosse geniale.

Desmond Morris

Foto Copyright: Exibart – exibart.com

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Articolo di Alessandra Belloni

Alessandra Belloni

Curiosa del mondo. Amante dell'arte e della natura.

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