Inside, l’indie game che ricorda “1984” di Orwell
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“La guerra è pace”, “La libertà è schiavitù”, “L’ignoranza è forza”.
La prima cosa che ho pensato quando ho visto il videogioco dei ragazzi della Playdead Studios è stata quella di associare Inside con 1984, il capolavoro di George Orwell.
Inside condivide con l’opera letteraria del 1949 le stesse atmosfere di inquietudine, angoscia e soffocamento. Il mondo dove vive il protagonista è cupo e grigio proprio come quello di Smith, i due inoltre, sembrano condividere anche un certo atteggiamento sovversivo nei confronti del sistema.
1984 è uno di quei libri che deve essere letto per forza almeno una volta nella vita, che consacra una forma di narrazione unica, in grado di risvegliare in noi emozioni pure e attente riflessioni, un romanzo ambientato in un futuro distopico che possiede molti punti di contatto con il nostro presente.
La stessa cosa avviene con Inside, un gioco indie per eccellenza, uno di quelli che lascia il segno proprio come fece Limbo nel 2010 e che deve assolutamente stare nei nostri scaffali digitali.
A distanza di sei anni la piccola software house indipendente danese sforna un’altra perla puzzle platform trial and error, con lo stesso scorrimento minimalista che contraddistinse Limbo. Questa volta con una grafica completamente tridimensionale – rispetto alla prima opera il tutto è stato rivisitato, apparendo molto più ricco nei dettagli e soprattutto molto più stealth, e che riuscirà ad inchiodarci letteralmente alla poltrona.
La potenza espressiva dell’opera esalta il lavoro degli sviluppatori che hanno creato un gameplay migliorato e rivisitato nei confronti del già ottimo Limbo, un intreccio di arte, politica e malinconia.


L’ambiente post-apocalittico ben indossa la sceneggiatura oscura e misteriosa che cercheremo di comprendere durante la nostra avventura nel gioco, la volontà dirompente di controllo delle masse volute da un’entità superiore totalizzante ci attanaglierà in ogni singolo enigma che dovremo affrontare e superare durante il gioco sino al tragico epilogo.
Inside più che un videogioco è una vera opera d’arte Noir
Un viaggio allucinante nell’ignoto verso la libertà, dove rischieremo seriamente di perderci per poi ritrovarci senza fiato in un’esperienza sensoriale unica, in un mix di immagini evocative e sound design, che riuscirà al tempo stesso a divertirci ed a emozionarci, in circa quattro ore di gioco.
