L’immortalità dell’arte. L’Arc de Triomphe secondo Christo
Archiobjects • Landscape

Sarà come un oggetto vivente che si animerà nel vento e rifletterà la luce. Le pieghe si muoveranno, la superficie del monumento diventerà sensuale. Le persone avranno voglia di toccare l’Arc de Triomphe.
Christo
L’Arte è tante cose: storia, contemporaneità, amore, sfarzo, ingegno, solennità, minimalismo, passione, terapia, genialità, creatività, rinascita e molto altro ancora. Questo perchè prima di ogni cosa, essa è libertà: senza regole, senza limiti, senza proibizioni, l’Arte è gentile, soave, emancipata, camaleontica: ognuno può interpretarla come vuole – secondo la propria prospettiva, secondo le proprie proiezioni e contesti, secondo le proprie emozioni e sentimenti.
L’Arte, nel senso generale della parola, è libera, democratica. È ovunque e dovunque, in ogni spazio, in ogni tempo, era o secolo. Non fa distinzioni, è di tutti e per tutti.
Ma soprattutto, Arte è immortalità: che sia un monumento, una fotografia, una canzone, una scultura o un’entità astratta, l’Arte saprà ricordarla nell’eternità. Saprà mantenere la promessa fatta e custodirà fino alla fine dei tempi il suo ricordo nelle menti delle genti. L’Arte è per sempre.
Ed è per questo che, nonostante l’incombenza della morte, l’Arte prosegue il suo cammino e porta con sé le ceneri e le memorie di chi si è affidato a lei, permettendo ai suoi creatori di continuare a “vivere” nel ricordo dei vivi.
In tempi recenti, vediamo applicato questo saldo principio non-scritto a Parigi.


Settembre 2021: notiamo qualcosa di strano in fondo agli Champs-Élysées: l’Arc de Triomphe è completamente “impacchettato”. Di primo impatto, sembra quasi assurdo. Ma per i più esperti (e non), c’è qualcosa di vagamente familiare in quei 25 mila metri quadrati di tessuto argentato.
Un progetto la cui ideazione risale a 60 anni fa vede finalmente la luce.
A poco più di un anno dalla sua scomparsa, Christo – tra i migliori artisti di tutti i tempi, padre della Land Art – riesce comunque a portare la sua idea a compimento. L’Arc de Triomphe empaqueté è il titolo dell’opera concepita con la moglie e musa Jeanne-Claude, ed è un progetto che dopo anni di ideazione, doveva essere realizzato a settembre 2020 (nonostante la morte del creatore). La pandemia ha fatto rovinosamente slittare l’allestimento dell’opera, ma a un anno di distanza eccoci dinanzi al sogno che l’artista ha perseguito per anni e anni.
Dal 18 settembre al 3 ottobre 2021 l’Arc de Triomphe avrà queste affascinanti e grottesche sembianze: come tantissimi altri monumenti impacchettati da Christo, esso è avvolto – per tutti i suoi 50 metri di altezza – da 25 mila metri di tessuto argentato. Un’altro magnifico allestimento e traguardo che si aggiunge alla sua lista infinita, da cui ricordiamo per esempio “The Floating Piers” sul Lago d’Iseo in Italia, “The Pont Neuf” sempre a Parigi, “The Gates” al Central Park di New York o “Wrapped Reichstag” a Berlino.
Costato 14 milioni di euro, l’opera è stata finanziata interamente attraverso la vendita di studi, disegni e plastici dell’artista francese, risalenti agli anni Cinquanta e Sessanta.
Un altro colpo messo a segno dall’artista, pur in sua assenza, perchè l’Arte si sa, ne parlavamo prima, ha questo strabiliante potere di eternare la vita anche dopo la morte.






Foto Copyright: Benjamin Loyseau @benloyseau – Christo and Jeanne-Claude Foundation christojeanneclaude.net @christojeanneclaude – Jad Sylla Ph @jfsylla
27 settembre 2021