L’ammissibilità della finzione nell’architettura contemporanea
Artobjects • Art
Questo titolone mi è uscito un po’ spontaneamente e un po’ per caso. Ma credo che sia giunto il momento di fare una riflessione riguardo a questo tema.
Capita sempre più spesso nell’architettura contemporanea, sopratutto in una certa parte di mondo (Cina), che nelle nuove realizzazioni si inserisca una certa dose di finzione. In questo caso, nella Dujiangyan Zhongshuge Bookstore realizzata in Cina a Chengdu si tratta di libri stampati su una superficie. Proprio i libri.
L’oggetto che più di tutti dovrebbe avere più dimensioni e che a sua volta al suo interno è capace di aprire mondi e visioni a chi legge.
Quindi la riflessione che sorge spontanea è se sia giusto o meno considerare valida una libreria che finge dei libri. O anche chiedersi se è giusto se questa; fatta per volere dei suoi autori – i quali potevano anche avere tutte le ragioni del mondo, così come è stato per la biblioteca di MVRDV che realizza degli scaffali simili (ma li è tutta un’altra cosa e sopratutto trattata in modo diverso) – possa essere apprezzata a tal punto da essere tra i finalisti del Building of The Year di Archdaily.
Normalmente apprezzo molto l’architettura contemporanea in Cina, ho pubblicato anche diversi articoli al riguardo qui su Objects. e Archiobjects, uno situato proprio nella stessa città di Chengdu. Tuttavia in questo caso faccio fatica a collegare tutti i puntini che mi fanno sembrare tutto questo una cosa sensata. Ma magari sbaglio io. Se per caso sei in disaccordo, o anche se sei d’accordo e vorresti esprimere la tua opinione, scrivimi pure nei commenti!
Foto Copyright: Feng Shao – X+Living studio