EYES. Gli sguardi introspettivi di Valeria Eva Rossi

ArtobjectsArt

L’architetto e designer Valeria Eva Rossi torna a stupirci attraverso le sue opere grafiche dallo stile molto personale, e proprio in questo nuovo periodo di restrizioni nazionali legate al COVID-19 ci mostra il suo ultimo progetto dal titolo EYES.

Proseguo della serie GEOMETRIE, in cui raccontava attraverso sovrapposizione tra fotografie cittadine e geometrie contrastanti gli stati d’animo del “primo” lockdown di inizio 2020.

Il lockdown come ispirazione, nel racconto di un mondo in contrasto visto dagli occhi di Valeria.


Nell’immobilità totale del primo lockdown, irrompe una fase di sperimentazione e ricerca, che mi conduce a collegare le competenze di architetta/designer alla fotografia.

Nasce il progetto grafico GEOMETRIE. Le fotografie ritraggono luoghi reali che divengono contemporaneamente onirici, attraverso una visione deformata dal disegno geometrico. L’opera rielaborata è composta da due piani – reale (la fotografia) e irreale (il disegno) – che non si toccano, ma che sono parte uno dell’altro. L’insieme della composizione restituisce un’immagine visionaria, eppure radicata nella realtà, con molte valenze simboliche.

Il perdurare della pandemia, oltre ai preoccupanti aspetti sanitari, alimenta stati emotivi contrastanti e sfidanti. Nella creatività ho trovato, nuovamente, un modo per allentare la tensione.

Le grafiche geometriche del primo lockdown si sono evolute, divenendo più introspettive. Si compongono ancora di una parte fotografica – che ritrae la città e le sue architetture attraverso l’obiettivo del mio smartphone – e una parte disegnata al pc, che nasce da una riflessione maturata nel tempo.

Appare ormai evidente che abitiamo un tempo estraneo, che mortifica i nostri sensi. Il distanziamento sociale ha imposto rigide regole che ci allontanano fisicamente e psicologicamente dall’altro. Le sensazioni tattili sono represse. Altresì, il virus ci priva dell’olfatto e del gusto. Fortunatamente, possiamo ancora ascoltare e parlare.

Riflettendo, sono giunta alla conclusione che, più di tutti, il senso che appartiene al periodo è la vista. Se i nostri sensi sono in parte o in tutto attenuati, la vista è il senso potenziato. Guardiamo, osserviamo, scrutiamo un mondo che prima non conoscevamo e lo osserviamo, per lo più, dalle nostre case e attraverso il web. Comunque attraverso una lente, un filtro, fisico o virtuale.

Trascorriamo gran parte delle nostre giornate in rete, fissando lo schermo del computer, del tablet, del cellulare, intrappolati in una realtà parallela che ci permette, paradossalmente, di restare in contatto con la realtà effettiva. La vista e l’organo ad essa collegato, l’occhio, assume oggi un particolare significato.

Il progetto grafico GEOMETRIE., assimilando le suddette considerazioni e non solo, nel secondo lockdown diviene il progetto EYES.

Il tondo della composizione grafica è un occhio stilizzato, smaterializzato, che guarda e riflette la realtà della città, sempre attraverso l’architettura. Ma, nella sua evoluzione, il progetto ha inglobato una componente più umana, rappresentata dall’occhio stesso.

Lo sguardo sulla realtà, che si attua attraverso il suo elemento fisico, entra nella composizione e ne definisce i contorni. È, allo stesso tempo, un preciso invito a guardare la realtà attraverso il mio sguardo, a mostrare la città dal mio punto di vista.

Le architetture di Torino, sono i personaggi di questo nuovo progetto, in cui le grafiche divengono meno disegnate, più intime. Nella composizione dell’opera, l’occhio è la lente che mette a fuoco o fuori fuoco i luoghi, evidenza o sfuma le prospettive, ingrandisce o riduce le geometrie delle architetture, gioca con le prospettive e le immagini riflesse, nella quasi totale assenza della figura umana.

Al contempo, l’occhio è lo specchio che riflette la realtà, in un gioco tra esterno e interno che ne sfuma i confini.

L’iride riflette una realtà oggettiva, ma trasfigurata e, in parte, offuscata da una pupilla poco umana, più simile a un obiettivo fotografico, che sembra voler inghiottire lo sguardo, portandolo in un luogo sconosciuto. L’iride vede il fuori e la pupilla il dentro, nel tentativo di stabilire un ponte, non un confine, tra realtà esterna ed interna.

Infine, credo che la componente simbolica abbia influito, in modo inconscio, sull’ideazione di questo nuovo progetto. L’occhio metaforicamente è stato associato al divino, al concetto di rinnovamento e guida. Simbolo di spiritualità e intuitivà, spesso è considerato un amuleto contro la negatività. Mi piace, dunque, pensare che quest’opera possa connotarsi di un significato protettivo contro le negatività del periodo.

La base cromatica della composizione è il nero, in dialogo col bianco e nero delle fotografie e la gradazione dei grigi nei segni grafici, che si tingono di rosso porpora. Gli EYES. sono opere scalabili, potenzialmente all’infinito, ossia possono essere realizzate in un formato piccolo o grande, mantenendo la stessa definizione.

L’ideazione delle grafiche, materializzata nel mese di novembre e maturata nei precedenti mesi, è un work in progress, che presumibilmente terminerà appena usciremo dalla pandemia. Pe questo, ogni opera porta una data, oltre il segno grafico che mi contraddistingue in questa tipologia di lavoro.

Da sempre, l’uomo è affascinato dal potere dello sguardo, dalle civiltà preistoriche, alla civiltà egizia, sino alla storia più recente, l’occhio è carico di simbolismi. Oggi, l’occhio assume un particolare significato, è uno sguardo fisico e virtuale che s’impone con prepotenza sugli altri sensi, anch’io ne sono rimasta stregata.

Descrizione progetto di Valeria Eva Rossi

Info: @valeria_eva_rossi – linkedin.com/valeriaevarossi

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Tag: Valeria Eva Rossi, Covid.
Articolo di Andrea Ebbi

Andrea Ebbi

Artista, designer e fondatore di Objects. Il futuro è tutto da scrivere

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