Le sculture brutaliste di Lucas Simões
Artobjects • Paintings

Sono giustapposizioni ambigue di materiali eterocliti, monoliti di calcestruzzo, metallo e pile di fogli, le sculture White Lies di Lucas Simões.
Sei cippi autoportanti, dalle linee irregolari che, disposti ordinatamente secondo una griglia geometrica, come fossero i pilastri di un palazzo immaginario, nelle fasi della sua edificazione o della sua demolizione, sembrano sfidare la forza di gravità, blocchi di carta e cemento, congelati nell’istante che precede il loro crollo.
L’architetto e scultore brasiliano crea opere plastiche dalle cromie basiche, che rimandano all’asprezza delle forme e alla solidità delle strutture, oltremodo robuste, dell’immaginario estetico brutalista.

Un ossimoro artistico che vede contrapporsi il beton brut, materiale iconico di molti edifici, medium largamente impiegato nell’arte contemporanea già dagli anni sessanta e settanta del secolo scorso, che è simbolo dell’atto del costruire che si compie per stadi, distinguibili nella stratificazione della materia, e la carta, leggera e instabile, che incarna la vulnerabilità e la temporaneità delle costruzioni dell’uomo.
Il suo approccio artistico è ordinato e rigoroso, ognuna delle sue creazioni si inserisce in un sistema concettuale e costruttivo che è stato meticolosamente elaborato, dalla realizzazione dei rendering all’esecuzione materiale delle sue sculture.










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