Cini Boeri, architetto e designer ma soprattutto donna
Archiobjects • Architecture
L’insegnamento che ci ha lasciato: imparare a progettare con gioia
A un mese circa dalla scomparsa della signora del design Maria Cristina Mariani Dameno, conosciuta come Cini Boeri, il mondo ricorda non solo un’abile architetto ma una donna che è stata in grado di prendere a calci gli stereotipi e la cultura dei suoi tempi.
Una donna libera, non condizionata dai classici cliché capace di incarnare più nature contemporaneamente, rimanendo fedele alla sua natura.
Reduce dagli anni della guerra si laurea nel 1951 in Architettura, già madre. Cresce professionalmente accanto a Gio Ponti e Marco Zanuso, mentori e modelli fondamentali per la sua formazione, che le insegneranno il metodo di lavoro e il rigore progettuale, senza mai perdere di vista la passione e il grande amore per il design e l’architettura, da lei stessa definite “due discipline complesse e difficili, ma ricche di fascino”.
Il prezioso insegnamento che Cini ha tramandato, soprattutto alle giovani donne che si affacciano sul mondo dell’architettura e del design, è quello di provarci, e ancora riprovarci.
Cadere non è sinonimo di debolezza, ben sì è sinonimo di umanità, e per questo con la stessa umanità è necessario rialzarsi, e se necessario cadere di nuovo.
Cini Boeri insegna la delicatezza e il rispetto per qualsiasi forma d’arte, dalla natura all’animo umano, tanto da progettare in linea con esse e da rispettarne le forme e le proporzioni.
Il progetto viene inteso innanzitutto come un esercizio mentale, un ponte fra fisico e spirituale.
Mi hanno sempre interessato le persone e i loro comportamenti. Sono una grande osservatrice, quando progetto mi piace entrare in sintonia con i committenti e comprendere le loro necessità e desideri per cercare di fornirgli la migliore soluzione possibile.
Cini Boeri
Secondo Cini progettare è soprattutto un impegno: un impegno verso coloro che abiteranno quel luogo, verso coloro che utilizzeranno quell’oggetto, un impegno verso la bellezza che la vita ci regala e verso la storia.
Nei suoi progetti il passato dialoga in maniera fluida e continua con il presente.
Progettare il nuovo è anche felicità, la gioia di progettare in continuità con il tempo e con lo spazio, nel proporre il nuovo con responsabilità.
Sperimentatrice, nell’architettura e nel design, porterà ai suoi anni, e ancora oggi, una ventata d’aria fresca, pura, introducendo novità e dinamismo all’interno dell’ambiente domestico, aggiornando gli spazi e salutando la tradizionalità.
E’ stata creatrice di numerosi oggetti, passati alla storia, e vincitori di numerosi premi, come le sue innovative poltrone per Arflex, Knoll e i numerosissimi arredi su misura disegnati per le sue architetture più famose, tutte frutto di un attento e meticoloso dialogo con il paesaggio.
Dall’Isola della Maddalena alle case vacanza nel Piacentino, in Brianza e fuori Varese, passando per gli appartamenti di New York e Tel Aviv, il suo approccio è sempre stato lo stesso.
Davanti a tutto, il desiderio. Di progettare e lasciare il meglio.
Cecilia Avogardo, a proposito di Cini, nella sua monografia
Ghost di Fiam Botolo di Aflex Strips di Arflex Loung Chair di Knoll
Foto Copyright: Architonic, Archdaily, Elle, Cino Boeri Architetti