Zambia, la medicina virtuale di Huw Jones

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Huw Jones, guida di safari in Zambia, durante uno dei suoi viaggi si è imbattuto in una scena tutt’altro che ordinaria: un uomo e una donna a bordo di una bicicletta; una donna incinta e in procinto di partorire; una bicicletta diretta verso l‘ospedale più vicino, probabilmente a quasi 100 chilometri di distanza, attraverso strade sterrate e dissestate.

Nonostante l’aiuto di Jones, che ha accompagnato la coppia con il suo pick-up, la donna è morta prima di poter raggiungere l’ospedale. Un fatto tragico, che ha colpito nel profondo Huw Jones, ma che gli ha permesso di riflettere fino ad arrivare all’ideazione e all’attuazione di un progetto avanguardistico, per un Paese come lo Zambia.

Il progetto ‘Virtual doctors’ utilizza l’esperienza di dottori volontari del Regno Unito per fornire supporto diretto al personale sanitario Zambiano, il tutto utilizzando un’applicazione da uno smartphone o da un tablet.

Va innanzitutto precisato che, in molti Paesi africani, il personale sanitario, soprattutto dei centri rurali, raramente è qualificato e in grado di svolgere appieno la professione del medico. Ecco in che modo i dottori virtuali vengono in loro aiuto: il ‘medico’ Zambiano annota sull’applicazione i sintomi del paziente con rispettive fotografie, per documentare il caso nel modo più dettagliato possibile; il medico virtuale riceve gli aggiornamenti e, avendo a sua disposizione la lista dei farmaci e delle attrezzature presenti nel centro da cui parte la richiesta di aiuto, consiglia ulteriori analisi da fare o il tipo di trattamento cui sottoporre il paziente in esame.

Con questo nuovo progetto, già 19 centri e due ospedali in Zambia sono riusciti a migliorare le prestazioni sanitarie che offrono ai pazienti. L’idea del fondatore, a questo punto, è quella di allargare il campo di pertinenza agli altri Paesi sub-sahariani, quali la Tanzania e l’Uganda.

In Stati in cui, su una media di 15 milioni di abitanti, esistono poco più di 1000 operatori sanitari qualificati, un progetto di questo tipo, che bypassa il problema delle distanze (per un medico inglese, infatti, intervenire direttamente sul posto richiede un gran dispendio di tempo, denaro ed energie), è un grande passo in avanti verso un futuro in cui il tasso di mortalità possa ridursi drasticamente.

Un progetto vincente che riprende perfettamente lo spirito dell’’Ubuntu’, espressione in lingua Bantu che esprime la filosofia di condivisione, compassione e rispetto del prossimo.

Foto Copyright: Virtual Doctors – virtualdoctors.org

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Articolo di Eleonora Agnelotti

Eleonora Agnelotti

Studentessa di Terapia della Neuro e Psicomotricità con il sogno di aiutare gli altri. Le mie passioni: viaggiare, conoscere e fotografare.

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