Una domenica alla 40esima edizione dello Yachting Festival Cannes
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Si è conclusa domenica 17 settembre la 40esima edizione dello Yachting Festival di Cannes, il primo salone nautico d’Europa e certamente anche il più influente, che per l’occasione ha accolto nei due porti della città, il Vieux Port e Port Pierre Canto, quasi 600 imbarcazioni di tutte le dimensioni, per tutti i gusti e (non proprio) tutte le tasche per intenditori di navigazioni, buyers ma anche per appassionati di tecnologia, design e arredamento.
Un appuntamento immancabile per i professionisti, ma anche un’occasione per i profani di affacciarsi su un mondo affascinante, in cui design, architettura, passione per il viaggio e ingegneria si trovano a collaborare insieme per un prodotto interessante da studiare e un’esperienza divertente da vivere.

Eh già, proprio come si può immaginare, queste imbarcazioni sono vere e proprie dimore, ideate ottimizzando al massimo spazio, funzionalità e naturalmente ogni tipo di comfort, insomma, un vero e proprio esperimento di equilibri, meccanica e arredamento di lusso.
Il sole e la brezza marina accompagnano dunque il visitatore sui moli del porto, appositamente allestiti in un’intricata ma elegante passeggiata, ammirando tutti i modelli presentati, suddivisi per grandezza e tipologia, dallo storico settore quai Max Lebeuf, dove si svolse la prima edizione del festival, alla Super Yachts Extension, che raggruppa le unità, a motore e a vela, più grandi dell’esposizione.

Altrettanto affascinanti, gli stand della Luxury Gallery, situati all’interno del Palazzo dei Festival, dedicati ai grandi marchi del lusso in settori quali l’orologeria e gioielleria, l’abbigliamento, il design e arredamento, il settore beverage di qualità, l’high-tech, ma anche l’editoria del settore.
Una vera e propria analisi di mercato di tutte quelle componenti “accessorie” ma in realtà strettamente correlate a quei concetti di “fine-living” e di status symbol che fin troppo facilmente associamo a questi ambienti. Sì, fin troppo, perché, come ci spiega lo staff delle case nautiche, la scelta di investire in una barca, nella maggior parte dei casi, è innanzitutto una scelta di passione e di vita.
Molti iniziano con barche di dimensioni ridotte, per iniziare poi un percorso di reso e nuovi investimenti, come dimostra il settore completamente dedicato agli “usati” nel Port Pierre Canto, fino a che molti decidono di dedicare a questa passione, che è poi uno stile di vita, appunto la vita stessa, vendendo le proprietà sulla terraferma per trasferirsi definitivamente sulla casa flottante.

Non esiste infatti aggettivo più calzante, per noi gente di terra, di questo. Chi, con un po’ di inventiva, sorrisi e parecchia tenacia, riesce a farsi condurre dal personale delle case nautiche all’interno di queste case galleggianti (solitamente riservate a potenziali compratori “effettivi” e non a visitatori curiosi) troverà un vero studio di architettura, arredamento e ingegneria, con una studiata scelta di suddivisione degli spazi, accostamento dei colori e texture dei materiali, il tutto per regalare quanto più possibile una sensazione di luminosità, ampiezza e comfort al passeggero.
E in questo, manco a dirlo, la mano italiana non passa inosservata e lo dimostrano i numerosi premi vinti dalle grandi case quali Ferretti e Azimut, che al salone hanno presentato alcuni dei loro nuovi modelli e si sono aggiudicati gli “oscar” del mare nell’ambito del World Yachts Trophy, tra cui quello di Most Achieved Trophy e Best Interior Design per due modelli di Azimut e Miglior Cantiere 2017 a Ferretti.


Foto Copyright: Giulia Corino & Yachting Festival di Cannes