Perfezioni provvisorie: Roma, di Mirtha
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Questa è per me da sempre la città di quello che avrei potuto essere. Felice. I semafori durano un’eternità e nel frattempo puoi permetterti di prenderti il tempo di sognare. Ovviamente ci sono mille complicazioni, ma le complicazioni le lascio ai noiosi.
Vedo i palazzi di secoli antichi e una vita magnifica di una gioia diversa. Vedo le pietre del tempo che è stato e che sarà.
Vedo i tuoi occhi verdi e immagini tutto quello che per queste strade hai fatto e tutto l’amore che non hai avuto e di cui avresti (almeno avuto) bisogno.
Vedo il tuo cane bianco tutto pelo che prima forse era un altro ma ora è lui. Vedo mamma che sistema le cose e ti dice di uscire ti chiede di raccontarle – a bassa voce – qualcosa. Si mette a raccontare – a bassa voce – una cosa sua, spera tu risponda. Tu non hai voglia, Non ne hai mai.
Questa città per me sei tu. Il posto da cui scappare e tornare e scappare e poi piangere da lontano ricordandosi l’odore del vento. Questa città per me sei tu. Piena di gente a caso, spesso fastidiosa a volte impossibile. Ma nel silenzio della sera infinitamente sola, infinitamente grande, infinitamente bella.