L’estetica dell’impassibilità, la fotografia di ritratto di Rineke Dijkstra

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Artista olandese di fama internazionale, Rineke Dijkstra è una delle più originali interpreti della fotografia di ritratto contemporanea. Le sue immagini di grande formato, realizzate con un banco ottico a lastre 4×5, si distinguono per l’eccezionale qualità dal punto di vista tecnico, sono perfettamente nitide, sintetiche, distaccate, nude e crude.

Si tratta di un approccio neo – oggettivo alla ritrattistica – che ben s’inserisce in quel filone dell’impassibilità, dell’estetica germanica in voga negli anni Ottanta e Novanta – di evidente neutralità, di fredda estraneità dello sguardo, che porta la fotografia della Dijkstra al di là del sentimentale e del personale.

Rineke realizza spesso fotografie in serie, semioticamente dipendenti l’una dall’altra, significanti nell’essere interpretate come parte di una narrazione, di un percorso cronologico, o di un filo tematico: è il caso dei “Beach Portraits”, del 1992, una sequela di scatti, quasi a grandezza naturale, di bagnanti adolescenti, immortalati singolarmente o in piccoli gruppi, sulle spiagge di Stati Uniti, Gran Bretagna, Belgio, Polonia, Ucraina e Croazia; del progetto “Almerisa”, bambina di sei anni, di origine bosniaca, accolta assieme alla famiglia, in un centro per rifugiati ad Amsterdam, fotografata, in maniera regolare, circa ogni due anni, dal 1994 al 2008; “Los Toreros”, del 1994, ritratti di matador, subito dopo la corrida, con i visi segnati dalla stanchezza e macchiati di sangue; sempre nel 1994, la fotografa ritrae alcune donne che sono appena diventate madri – la prima a un’ora dal parto, la seconda dopo un giorno, la terza a distanza di una settimana – mostrando, senza alcuna emotività, l’impatto e la fatica della maternità sui loro corpi; e ancora la serie “Israeli Soldiers” (1999-2003), un racconto immaginifico della storia di una giovane donna israeliana, Shany, della sua esperienza come soldato e del suo rientro a casa dall’esercito.

Una fotografia funziona meglio quando gli aspetti formali come la luce, il colore e la composizione, così come gli aspetti informali, come lo sguardo o il gesto, si uniscono. Nelle mie foto cerco anche un senso di calma e serenità. Mi piace quando tutto si riduce alla sua essenza. In un culmine. Un momento di verità. […] per me è essenziale capire che tutti siamo soli. Non nel senso di solitudine, ma piuttosto nel senso d’impossibilità di capire completamente qualcun altro. Cerco di catturare qualcosa della personalità di queste persone, ma allo stesso tempo estrapolare qualcosa di universale che riguarda l’umanità in generale.

– Rineke Dijkstra

– Rineke Dijkstra

Rineke Dijkstra è nata nel 1959 a Sittard, in Olanda. Dopo aver studiato alla Rietveld Academie di Amsterdam, ha lavorato per qualche anno nel campo della fotografia commerciale di ritratto. Vincitrice di una Honorary Fellowship of the Royal Photographic Society, nel 2017, si è aggiudicata uno dei premi più prestigiosi nell’ambito della fotografia a livello mondiale, l’Hasselblad Award.

Le sue opere sono state esposte alla Biennale di Venezia del 1997 e del 2001, alla Bienal de Sao Paulo del 1998, alla Biennale Internazionale di Fotografia di Torino nel 1999; mostre personali dell’artista si sono tenute, tra gli altri, all’Art Institute di Chicago, all’Institute of Contemporary Art di Boston, al San Francisco Museum of Modern Art e al Solomon R. Guggenheim Museum di New York.

Foto Copyright: Rineke Dijkstra

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Tag: Rineke Dijkstra.
Articolo di Alessia Cortese

Alessia Cortese

Fotografa freelance. Aspirante giramondo. Perdutamente innamorata di Max Ernst, Jane Austen e Georgia O'Keeffe. La musica è il mio pane quotidiano.

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