La natura, i confini e il cielo nelle installazioni di Takashi Kuribayashi
Artobjects • Sculptures & Installations

Takashi Kuribayashi è un artista giapponese che si confronta col concetto di confine e con le paure della nostra epoca, attraverso installazioni illusionistiche e sognanti.
L’artista ha affermato “La verità sta in luoghi che sono invisibili. Una volta che si diventa consapevoli che esiste un mondo diverso nascosto, si vive in modo differente”. Il suo modo di mostrarci ciò che è normalmente celato impiega spesso specchi infiniti e rivelatori, come nel più recente Tree of Ibuki.

L’opera The connection between the sea and the sky è una bellissima sintesi dei suoi metodi. Kuribayashi crede che i confini siano i luoghi più ricchi di energia e di potenziale sulla Terra. Un passaggio verso un mondo più elevato. In quest’opera tre cilindri che ricordano tronchi d’albero scendono dal soffitto. Sono fatti di specchi, e se dall’esterno sembrano solidi e impenetrabili, quando vi si entra si palesano come eterei caleidoscopi verso un’altra dimensione. Alza lo sguardo verso il cielo e guardalo come non hai mai fatto, ripetuto all’infinito intorno a te, quasi ti invitasse a elevarti e a raggiungerlo. Sembra essere questo il messaggio che risuona nel tunnel celeste inventato da Kuribayashi.
I cieli riflessi nei tronchi sono fotografie prese in diverse parti del mondo attraverso la superficie dell’acqua. Il confine tra acqua e cielo prima si annulla e poi si moltiplica. Gli alberi artificiali formano una piccola foresta sospesa. In Giappone il bosco è un luogo di confine anch’esso, tra reale e fantastico, tra terreno e celeste, e dei riti di passaggio all’età adulta. Kuribayashi ci prende per mano e ci accompagna a varcare la soglia dell’invisibile, proprio come il sacerdote durante un rito.

Un’altra opera che ci sfida a cambiare prospettiva è Trees del 2015. Kuribayashi ha trovato un albero tagliato in varie parti mentre si trovava a Singapore. L’albero era stato abbattuto per fare posto all’ennesima opera architettonica. L’ha ricomposto costruendo una teca di vetro per ogni parte dell’albero e assemblandolo come un puzzle. Solo da una certa angolazione la sistemazione dei contenitori ci rivela la forma di un grande albero in salute. Una resurrezione palesemente artificiale e precaria.
Il contenuto delle teche cambierà nell’aspetto a mano a mano che il decadimento farà il suo corso. Nuovi microcosmi, piccoli ecosistemi si costituiranno, indipendenti tra loro. L’illusione del grande albero inziale cesserà e la vita si riciclerà in queste particelle vegetali. Ma le teche sono anche un simbolo della circoscrizione a Singapore, e in generale nelle grandi città, delle aree verdi. Poche e sparute zone di vita naturale.
Una costrizione che sembra volerci rimandare all’idea di confine, questa volta tra natura e città, a cui Kuribayashi è tanto affezionato.


Foto Copyright: Takashi Kuribayashi – takashikuribayashi.com