La linea del tempo del British Museum

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La cosa più stupefacente del primo museo Inglese non è rappresentata tanto dall’incredibile ricchezza di opere, ma quanto piuttosto dalla vastità storica raccontata.

La collezione spazia tra epoche e continenti, tra scultura e artigianalità, tra lingue e idiomi.

Il British Museum rappresenta un esempio unico al mondo dove la storia viene raccontata attraverso utensili di tutti i giorni, ma anche attraverso dipinti, marmi, stoffe, incisioni e templi ricostruiti (quasi interi!).

Contiene manufatti ritenuti fondamentali per comprendere gli usi e i costumi delle antiche civiltà: la famosa stele di Rosetta, il tesoro di Cartagine o lo Stendardo di Ur.Racconta pezzi di storia che intrecciati tra loro danno una spiegazione di come il mondo è arrivato ad essere quello dove noi oggi viviamo.

È un museo per tutti. Ci trovi il turista, l’appassionato, lo studente, la famiglia in gita, il ragazzino curioso.

Fondato nella metà del diciottesimo secolo da Re Giorgio II, il museo raccoglieva inizialmente la collezione di sir Hans Sloane e due biblioteche di nobili Inglesi. Fin da subito venne pensato come un museo di “nuova generazione” (del popolo, della nazione, non più del re o dei poteri ecclesiastici) e pertanto venne aperto gratuitamente al pubblico nel 1810 (e cosí è rimasto).In questi 250 anni e piú, il British Museum si è arricchito, trasformato e ampliato diventando un simbolo e un emblema, non soltanto per accademici e addetti ai lavori, ma anche un punto di riferimento per la cultura contemporanea.

Non è soltanto un sinonimo di storia, è a tutti gli effetti un manifesto della ricchezza offerta dalla conoscenza del passato.Foto Copyright: FosterAndPartners – BusinessWire – ThatMuse – TecnoEsperto – LittleWorld

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Articolo di Mattia Airoldi

Mattia Airoldi

Consulente aziendale | Appassionato d’arte, di cinema e d’innovazione #getahead

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