La casa come teatro di creatività, la staged photography di Arunà Canevascini

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Si intitola Villa Argentina il progetto fotografico della giovane artista Arunà Canevascini, un racconto intimo, denso di significati e di poesia, con il quale l’autrice esplora, attraverso il rapporto con sua madre, artista originaria di Teheran, una varietà di tematiche personali e di stretta attualità: migrazione, identità, memoria.

Ambientate nella casa di famiglia, nella Svizzera meridionale, dove Arunà si è trasferita all’età di un anno, i ritratti e le nature morte che compongono la serie, dal carattere squisitamente femminile e domestico, evocano la cultura iraniana – nelle composizioni e nella scelta degli oggetti di scena – alla quale la fotografa, nel profondo, sente d’appartenere e che, tuttavia, percepisce come un’eco lontana, come un sogno scolorito.

This work is a visual exploration of the relationship I have with my mother, set in our family house in South of Switzerland. My mother is an iranian artist. She spent her childhood in Tehran as a secluded child, a condition of isolation which she somehow replicates in her adult life. As I grew up in Switzerand, Iranian culture come to me as a distant echo. The work represents the house of Villa Argentina as a stage for her poetic universe and a backdrop for the poetic arrangements of objects I made for the camera. In this creative solitude à deux, the work attempts to explore issues of domesticity, the reletionship with femininity and the matter of migration.

Arunà Canevascini

Classe 1991, Arunà Canevascini si è laureata, nel 2016, in fotografia all’ECAL. Il suo lavoro è stato esposto in numerose mostre in Europa, in Brasile e in India, e le sue fotografie sono state pubblicate da prestigiose riviste del settore.

Foto Copyright: Arunà Canevascini – arunacanevascini.com

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Tag: Sensuality, Arunà Canevascini.
Articolo di Alessia Cortese

Alessia Cortese

Fotografa freelance. Aspirante giramondo. Perdutamente innamorata di Max Ernst, Jane Austen e Georgia O'Keeffe. La musica è il mio pane quotidiano.

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