Alcune idee per una sceneggiatura dell’orrore
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L’ispirazione per questo post l’ho trovata una notte in cui non riuscivo a dormire. Svegliato di soprassalto dopo un incubo mi sono messo a pensare, con estrema lucidità, ad una serie di possibili sceneggiature per film, corti, o libri dell’orrore.
Dal momento che non sono uno scrittore, per il momento mi sono semplicemente divertito a ipotizzare diversi spunti di trama che partissero da una situazione surreale.
Probabilmente, anzi, sicuramente, sono stato condizionato dalla mia recente lettura di Edgar Allan Poe (I racconti del terrore). Un super classico sia per gli amanti della letteratura horror, sia per gli amanti della letteratura in generale – visto che rappresenta l’origine e uno dei primissimi punti di riferimento ad aver introdotto certe tematiche nei libri.
Alcuni spunti di trama per una sceneggiatura dell’orrore
La notte all’improvviso

Un qualsiasi martedì pomeriggio si tramuta ben presto in una scena di sgomento, incredulità e preoccupazione quando tutto d’un tratto il cielo si fa scuro e cala la notte.
I personaggi incominciano ad interrogarsi a vicenda per capire come è stato possibile e se sono gli unici a non capire. Le teorie che cercano di spiegare l’avvenimento si susseguono, i social impazziscono, ma ben presto tutti si rendono conto che ci sono ben altre cose che dovranno imparare a temere da questo momento in poi…
L’uomo di cera che fissava le case

Seduto sul balcone di casa sua sorseggiava un bicchiere di Marsala, la notte era fresca e il traffico era pressochè inesistente a causa di quel maledetto coprifuoco. Poco sotto di lui un rider di quei servizi di cibo a domicilio aveva appena sorpassato un signore a piedi sul marciapiede.
Il marsala stava per finire, così come il podcast che stava ascoltando da ormai più di trenta minuti. Fece per entrare quando per l’ultima volta lanciò uno sguardo alla scena spoglia e silenziosa di una città in pandemia.
In quel momento vide un altro signore che passeg.. che stava fermo sul marciapiede a pochi passi dall’ingresso del suo palazzo. La cosa era abbastanza strana.
Ormai erano le dieci e mezza passate e le restrizioni obbligavano tutti a essere già a casa da un pezzo. Cosa faceva un signore lì impalato in mezzo alla strada? Pochi attimi furono sufficienti. Il bicchiere di Marsala vuoto nella sua mano si fece ancora più freddo al tatto con la sua pelle e in un attimo realizzò ciò che sopra ogni altra cosa si presentava decisamente strana.
Quel tale assomigliava in tutto e per tutto alla persona che pochi minuti prima era stata superata dal rider in bici. È come se da quel momento si fosse come congelata. Immobilizzata lì dove era stata avvistata la prima volta. In giro non c’era anima viva. Nessuna traccia di macchine della polizia, ne del canto degli uccelli. Decise di scendere a buttare la spazzatura, una scusa che lo avrebbe portato al suolo insieme al suo amico immobile. Quello che vide quando spalancò la porta del palazzo lo paralizzò letteralmente.
Nuvole che collassano al suolo

“Non siamo in montagna a 2.500 metri di altezza o cose così. Siamo in una fottuta città! Al massimo potrebbe esserci della nebbia, ma non questa cosa qui! E poi comunque quando mai si è vista una nebbia così nelle vie pedonali tra gli edifici?! Al peggio un po’ di foschia.”
Queste parole potevano uscire dalla bocca di chiunque per quanto la riguardava. Tuttavia sapeva bene che era il suo amico a pronunciarle. Dopotutto, pochi attimi prima erano in giro a fare una passeggiata insieme, quando tutto d’un tratto e senza particolari avvertimenti atmosferici, le nuvole sono come cadute.
Si, non ha senso da raccontare e probabilmente non ci credereste. Ma le nuvole sono collassate al suolo nell’arco di una manciata di secondi. Ora se ne stavano lì, immobili perchè non si vedeva assolutamente niente.
Dalla “caduta” erano rimasti vicini, e la voce del suo amico, a tratti preoccupata, a tratti stizzita, l’aveva rassicurata con la sua costante cantilena… finchè la sentiva era sicura di essergli accanto. Finche parlava… ma.. ma ora non parlava più da troppi secondi.
” Carlo.. Carlo dove sei? Carlo non si vede una mazza dimmi dove sei?” – Niente. Il respiro si accorcia e il cuore accellera. Poi esplode a 160 battiti al minuto quando si rende conto di essere l’unica ad urlare e parlare ad alta voce. L’unica. Quando in verità qualche minuto prima erano in pieno centro a Milano in mezzo ad una fiumana di gente.
Gli oceani si svuotano

Una fitta al petto, un freddo totale e giramenti di testa che in poche ore portavano a nausea e collasso. Gli unici a non essere ancora stati travolti da questo cataclisma sono i pochi “fortunati” che si trovano ancora in cielo. Quelli che al momento dello svuotamento degli oceani si trovavano nel mezzo di viaggi intercontinentali su aerei di linea. Quando atterreranno non ci sarà speranza neppure per loro purtroppo. Il mare non c’è più. La crosta terrestre si è spaccata e ha permesso all’acqua di penetrare nel nucleo della terra. “Impossibile” dicevano gli esperti in televisione nelle primissime ore dopo l’accaduto. Eppure le foto erano uno spettacolo terrificante. Il mare si tramutava in terra. Una landa di cadaveri (pesci) a perdita d’occhio.
Tutto questo ha tramutato la terra in una landa inospitale. Non più capace di offrire condizioni atmosferiche e di gravità consone alla vita dell’uomo.
Il sito web che fa suicidare

È successo tutto così velocemente. In poche ore gran parte della popolazione mondiale è stata spazzata via. Vittima della sua stessa violenza. Il virus, la cosa, quella dannata diavoleria era dappertutto. Bastava guardare uno schermo e in qualche modo ad un certo momento saltava fuori. Che fosse in un banner, che fosse una pubblicità in tele o in dei post sui social. Quella cosa ti stroncava negli attimi successivi in cui la guardavi.
Tutto è partito da quel post. Scritto in una lingua sconosciuta che però, a quanto pare, tutti conoscono. Forse anche io sarei in grado di leggerla. Come ha fatto a diventare virale e a spargersi sul web così velocemente è un mistero. Dicono che chiunque guardava di sfuggita l’immagine di preview dell’articolo non poteva resistere e doveva leggerlo. Un breve testo. Poche parole. E poi il buio.
Con un attacco – si può parlare di attacco? Boh.. non so più niente, di certo se qualcuno avesse messo in giro questa cosa è stato a sua volta sopraffatto. Ogni nazione, dagli USA alla Cina, Russia, India, Europa e tutto il medio Oriente è stata colpita. Ora il mondo è nelle mani di chi non era connesso. Di chi non è connesso. Perchè basta un schermo qualsiasi ormai per “ammalarsi”. È per questo che ci siamo ritirati nella natura. Chi nelle montagne, chi al mare e chi in mezzo alle foreste. Ovunque, ma lontano dalla civilizzazione. Una civilizzazione che ha fatto sparire quasi 4 miliardi di persone in una singola giornata.
Il surriscaldamento globale

Questa non è una gran sceneggiatura. Ne una grande idea. Non è neppure originale. Il surriscaldamento globale fa paura e non c’è bisogno di ricamarci sopra l’inizio di una storiella. L’unica cosa che bisogna fare è cercare di rispettare maggiormente il pianeta a partire dalle piccole azioni quotidiane. Nel frattempo sperare che governi e istituzioni attuino politiche ambientali capaci di scongiurare un trend negativo che potrebbe portarci serissimi problemi nel futuro.
Un post strano. Diverso dai soliti. Spero apprezzabile.
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