Thomas Lerooy e l’allegoria della scultura
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Thomas Lerooy è un iconoclasta. Distrugge per creare. Ammicca all’arte del passato, la sovverte e la distorce con un impeto immaginativo di conio surrealista.
Nella scultura più famosa dell’artista belga, “Not Enough Brain to Survive”, il corpo perfettamente scolpito, nella levigatezza setosa delle membra e nell’equilibrio formale, vacilla sotto il peso della testa smisurata, come se non fosse più in grado di sostenere il peso della storia e della storia dell’arte, come se non potesse più sopportare l’onere della bellezza ideale del classico e dell’eterna perfezione.
L’arte di Lerooy valica il naturalismo per sconfinare nel regno del fantastico e dell’irrazionale, trova espressione nel linguaggio allusivo dei simboli, è un avvicendarsi di visioni deliranti e incubi grotteschi, in cui sogno e realtà si scontrano e si confondono.
La vita e la morte, il bene e il male, il disordine delle passioni e dei sentimenti, la religiosità blasfema che strizza l’occhio a un immaginario mefistofelico, sono i temi peculiari dell’opera di Lerooy, immagini animate da uno humor nero, sovraccariche di un allegorismo ambiguo e perverso, sospeso tra una garbata ironia e una disperata inquietudine.
I soggetti delle sue sculture di bronzo, putti con la faccia scarnificata di un teschio (René), corpi di proporzioni ellenistiche sormontati da crani di dimensioni gigantesche, o infilzati da bottiglie di vetro (Speaking in Tongues), in una reinterpretazione profana del San Sebastiano trafitto dalle frecce, rimandano a reminiscenze letterarie – si pensi alle scene apocalittiche descritte da Dante Alighieri nella prima delle tre cantiche della Divina Commedia – e mostrano, altresì, chiari riferimenti all’arte greca e romana, al “memento mori” della pittura cristiana della Controriforma, all’estetica barocca fiamminga, alla fantasia gotica, alla dimensione macabra e metaforica di opere quali “Il Trionfo della morte” di Pieter Bruegel il Vecchio, “La bella Rosina” di Antoine Wiertz, o “Scheletri che si contendono un’aringa affumicata” di James Ensor.
Thomas Lerooy è nato nel 1981 a Roselare, in Belgio, vive e lavora a Bruxelles. Le sue opere sono presenti in importanti collezioni museali, al Centre Georges Pompidou di Parigi e al Belfius Art Collection di Bruxelles, e sono state esposte in numerose mostre a Venezia, Oslo e Berlino.
Foto Copyright: Thomas Lerooy – thomaslerooy.com