Nuova vita per il Fondaco dei Tedeschi a Venezia, in veste di uno store di lusso
Archiobjects • Architecture
Sono firmati da Rem Koolhaas, Ippolito Pestellini Laparelli e Silvia Sandor dello studio internazionale di architettura OMA, la ristrutturazione e il nuovo concept dell’antichissimo Fondaco (“Fontego” per i Veneziani) dei Tedeschi, riaperto lo scorso 1 ottobre 2016, dopo un lungo periodo di chiusura.
Il nuovo nome è T Fondaco: T come “travelers”, viaggiatori, la catena di centri commerciali di super lusso di Dfs, fondata nel 1960 a Hong Kong e pioniere nel settore dello shopping tax free, alla quale Edizioni Holding della famiglia Benetton, proprietaria del palazzo acquistato nel 2008 dal Demanio, ha ceduto la gestione.
L’imponente edificio, ubicato presso Calle del Fontego dei Tedeschi, è stato destinato ad essere un enorme store di lusso.
Grazie alla sua posizione strategica lungo il Canal Grande, avendo rivestito un ruolo strategico nella vita mercantile di Venezia, ponendosi, inoltre, come cornice al Ponte di Rialto, il Fondaco dei Tedeschi è stato da sempre rappresentato nelle opere d’arte di pittori quali Canaletto e di innumerevoli artisti e fotografi.
Costruito nel 1228, durante la sua lunga storia è stato adibito a posto di scambio sotto i tedeschi, dogana con Napoleone, ufficio postale durante il Fascismo (delle cui epoche sono ancora presenti le testimonianze sulle mura e sulle colonne), divenendo un polo nevralgico nella vita veneziana.
Mensa e ricovero per i poveri durante la pestilenza del 1490, distrutto in un incendio nel 1505, ricostruito e riaperto nel 1506, manipolato nel XVIII secolo e soggetto ad una serie di interventi architettonici radicali nel XX secolo per ospitare l’ufficio postale centrale sotto Mussolini, solo nel 1987 è stata definita la natura giuridica di “monumento” , la quale imponeva un limitato apporto di cambiamenti.
Il progetto di ristrutturazione, pertanto, ha dovuto tener conto di tale contesto e come descritto dagli stessi architetti dello studio Oma, a seguito del confronto con un edificio muto, ma incarnante secoli di storia e innumerevoli tecniche costruttive.
Sono stati sviluppati “un numero definito di interventi strategici caratterizzati da una distribuzione verticale capace di aprire una sequenza di percorsi e spazi pubblici. Ogni intervento, inoltre, è stato concepito come uno scavo della massa esistente, liberando nuove prospettive, svelando ai visitatori la vera natura del palazzo, come accumulo di autenticità, evitando ricostruzioni nostalgiche del passato e demistificando l’immagine ‘sacra’ di un edificio storico”.
Il nuovo Fondaco, con una superficie maggiore di settemila metri quadrati e di quattro piani, è caratterizzato dalla presenza di 65 boutiques delle maggiori firme e case di moda internazionali con una forte partecipazione dell’artigianato veneto e italiano.
A Piano terra presenti i prodotti gastronomici e artigianali veneziani. Al Primo piano boutiques e negozidi accessori per la donna. Al secondo piano rappresentato l’universo maschile. Il terzo piano è dedicato alle sole calzature, tra cui quelle made in Venezia.
Il quarto piano, ricavato attraverso la ristrutturazione del padiglione esistente del XX secolo, svolge una doppia funzione: soffitto “sospeso” sul cortile interno e tetto in “trama” di vetro, acciaio e ventiduemila bulloni, che custodisce una sala conferenze e mostre e da cui è possibile accedere alla strepitosa terrazza in legno e ammirare lo stupefacente panorama sui tetti e sulla città.
L’edificio, che ha mantenuto la struttura cinquecentesca, è stato animato da scale mobili rosso fuoco per accedere ai diversi piani, che si sviluppano attorno al cortile dell’edificio, e da scale in ottone dorato per scendere.
In seguito alla ristrutturazione, inoltre, sono stati creati nuovi ingressi dal Campo San Bartolomeo e Rialto e gli spazi interni, insieme al tetto e al cortile sottostante, sono divenuti spazi pubblici aperti alla città, caratterizzati da una vasta gamma di attività tra cui lo shopping, gli eventi culturali, gli incontri sociali e la vita quotidiana.
Tale progetto rappresenta, dunque, un imponente esempio di ristrutturazione e ricontestualizzazione urbana, perfettamente in linea con il nuovo concept dell’architettura contemporanea, ovvero la creazione di edifici plurifuzionali e “vivi”.
Foto Copyright: OMA