Martin Binder e la panchina che non funziona da sola
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Nel Giardino delle Generazioni di Einbeck in Germania, l’artista berlinese Martin Binder porta una riflessione tangibile sul vivere insieme con la sua ultima opera “Balance Bench”.
A prima vista, sembra una semplice panchina, ma nasconde un ingegnoso meccanismo: è montata su un unico perno cilindrico che la rende instabile se utilizzata da una sola persona.
Solo attraverso la cooperazione e l’equilibrio tra due o più utenti la panchina diventa funzionale, trasformandosi in un’esperienza condivisa che richiede consapevolezza reciproca e adattamento

Realizzata in legno di quercia e acciaio, Balance Bench è una metafora viva della democrazia: non può funzionare da sola, ha bisogno del consenso e della negoziazione collettiva.
Nata durante il lockdown, l’opera affronta il tema della distanza e della relazione negli spazi pubblici che più di oggi, un tempo segnato da divisioni, è un invito a sedersi insieme e, letteralmente, a trovare un punto d’equilibrio.
La pandemia ci ha resi iper-consapevoli della prossimità negli spazi pubblici. Questa panchina interroga questa consapevolezza attraverso il gioco. Si interroga su come condivideremo lo spazio dopo la pandemia, non solo fisicamente ma anche socialmente.
Martin Binder





ARTIST. Martin Binder @bindermartin_art
PROJECT. Balance Bench
IMAGES © bindermartin.com