Le installazioni temporanee tra scultura e fotografia di Sara VanDerBeek
Artobjects • Installations
Molti artisti contemporanei hanno sperimentato la pratica fotografica, in combinazione con altri mezzi espressivi, sfruttandone la natura eclettica, in grado di scompaginare o di rinsaldare la narrazione d’insieme di un’opera d’arte.
Sara VanDerBeek realizza installazioni site-specific in cui sovverte giocosamente il linguaggio formale dell’arte, mescola una pluralità di media, incorpora pezzi scultorei che enfatizzano e fanno da cornice alle fotografie, molte delle quali sono estrapolate dalle pagine di libri d’arte e di riviste.
Le opere plastiche, realizzate a mano, di rado esposte dall’autrice, se non in forma di fotografia, conferiscono tridimensionalità alle immagini, una forma fisica e tangibile, creando un dialogo inedito, un’interazione intima e di sottile lirismo.
Le silhouette concentriche, le forme elementari, e le linee reiterate delle strutture scultorie si ispirano ai motivi eterni e universali adoperati da tutte le culture nel corso della storia, da quelle antiche e da quelle moderne, e sono collocate nelle composizioni, assieme alle immagini fotografiche, in uno spazio sospeso tra reale e irreale, tra memoria e poesia.
C’è un aspetto performativo negli still life della VanDerBeek, nei set costruiti e distrutti, smantellati dopo essere stati catturati da un’istantanea, nel tavolo da lavoro che diventa palcoscenico, negli oggetti avvolti da fasci di luce di singolare intensità.
Il lavoro dell’artista americana svela un approccio interdisciplinare e multimediale all’arte, attraverso la fotografia come mezzo di registrazione di assemblaggi di materiali non propri alla tradizione, di sculture, di opere classiche e dettagli architettonici, di presente e di passato, che resta come unica prova tangibile del suo processo creativo, e ricopre il ruolo di trait d’union fra il momento produttivo e quello fruitivo dell’elaborato artistico.
Foto Copyright: artsy-saravanderbeek