L’arte ambientale di Rubén Martín de Lucas

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L’arte contemporanea, dalle avanguardie storiche del Novecento, alla Land Art, alla Performance Art degli anni sessanta e settanta, si è espressa più volte sul concetto ambiguo, complesso ed eterogeneo di “confini”, che siano essi fisici o virtuali, geografici o sociali.

Nel ciclo di opere Stupid Borders, l’artista madrileno Rubén Martín de Lucas utilizza il paesaggio come soggetto e come materia stessa delle sue performance, e realizza interventi transitori di carattere concettuale, di cui resta testimonianza nei filmati e nelle fotografie, che hanno il fil rouge nella relazione uomo – ambiente e nella dicotomia natura – cultura, radicate in seno al pensiero occidentale.

Nelle “Repúblicas Mínimas”, micro stati di 100 metri quadrati con un giorno di vita e abitati da una sola persona, il visual artist ha dato forma a un continuum di azioni effimere, poetiche e nello stesso tempo critiche, attraverso cui mette in discussione l’idea di “limite”, di “frontiera”, avvalendosi di una grammatica figurale costruita su strutture geometriche semplici, primigenie, il cerchio, il triangolo, il quadrato, e carica di un’energia ancestrale, la stessa che ci trasmettono i siti preistorici e certe espressioni artistiche antiche.

Martin de Lucas traccia sul territorio linee di demarcazione che definiscono un dentro e un fuori, un mio e un non-mio, piccole realtà temporanee che ci ricordano la caducità di tutti gli esseri viventi, e mostrano l’artificio dei limiti politici e geografici, sono una prefigurazione immaginativa di nuovi valori e nuove pratiche sociali, l’utopia di un mondo senza confini, fluido e coeso, omogeneo e fortemente interconnesso.

Il desiderio di conquista territoriale è fattore endemico della natura umana, l’uomo si sente padrone della terra, ed è arrivato a sentirsi padrone persino della luna, spiega l’artista spagnolo nel progetto “A plot on the moon”, in cui dichiara, con intento provocatorio, di aver comprato da Dennis Hope dei possedimenti extra-terrestri, un lotto sulla Luna, uno su Venere e un altro su Marte.

After living for rent throughout my life, without any terrestrial possesion I decided to buy my first land to Dennis Hope company. A total of 3 acres, 1 acre in the Moon, another in Venus and another Mars. I divided these acres into 100m2 plots, and I made a series of works where figures the price of each planet. For those who buy one of these works, priced at a symbolic 100€, I give them in usufruct a plot of 100m2 on that planet, so that, if they wish, they can set independent of the rest of the universe.

– Martín de Lucas

Il tema delle “frontiere” ritorna anche nel suo ultimo lavoro, Iceberg Nation, una serie di prestazioni artistiche sul paesaggio della Groenlandia, la cui documentazione fotografica è esposta alla APGallery, e che è stata realizzata con l’ausilio di un team composto dall’esploratore Hilo Moreno e dal regista e direttore della fotografia Fernando Martín Borlán.

Martín de Lucas si è laureato in ingegneria civile ed è co-fondatore del collettivo madrileno Boa Mistura, con il quale dal 2001 al 2015 ha realizzato grandi opere di street art

Foto Copyright: Rubén Martín de Luca – martindelucas.com

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Tag: Rubén Martín de Lucas, Land Art, Performance Art.
Articolo di Alessia Cortese

Alessia Cortese

Fotografa freelance. Aspirante giramondo. Perdutamente innamorata di Max Ernst, Jane Austen e Georgia O'Keeffe. La musica è il mio pane quotidiano.

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