L’architettura è per le persone
Archiobjects • Architecture
Essenzialmente ci sono due modi di vedere l’architettura. In verità ce ne sono molti di più, ma qui parleremo dei due estremi, di quelli che perlomeno credo di aver capito io. Il primo è quello romantico, da studente ai primi anni di università, da ingenuo e valoroso aspirante architetto – l’architettura è per le persone. La seconda visione è quella più pratica, quella che trasforma tutto quello che credevamo ed eravamo convinti in necessità, urgenza, posto di lavoro, crescita professionale e che lentamente deriva il tutto verso il semplice “costruire” e fatturare.
Oggi, grazie ad una chiaccherata con un neo-laureato in architettura, ho avuto modo di ricordarmi ciò che avevo dimenticato. L’archittetura è per le persone. Soprattutto per le persone che ne hanno bisogno. Per coloro che hanno bisogno di una casa o per coloro che hanno bisogno di spazi pubblici, di verde e di luoghi di vita. Non dico che l’architettura è solo per i meno abbienti, in questo insieme di persone ci sono anche quelle che vivono in città senza musei o in città in cui il paesaggio urbano è troppo scadente per farli camminare osservando il mondo invece che il proprio smartphone.
Essere profondamente convinti che l’architettura sia per le persone vi rende degli architetti ben migliori di quanto possiate credere.
Negli ultimi anni di università, e nel primo anno di vita dopo gli studi (mi sono laureato circa un anno fa) giuro che avevo perso di vista tutto questo. Come spesso succede l’architettura si era ridotta a frasi del tipo “in Italia non c’è lavoro, in Italia non pagano, devo imparare ad usare bene Revit, Rhino, devo trovare altre strade, dove sarò tra 5 anni? che sbatta le consegne, che sbatta le notti…”. Perdendomi in questi pensieri avevo sinceramente perso ogni stimolo.
Aver trovato un mio coetaneo che ha ancora in mente la sua missione, quella di fare architettura non allo scopo di guadagnare o di diventare una archistar, ma per costruire un mondo migliore – prima di tutto per le persone – mi ha messo il sorriso. Mi ha fatto riflettere e domandare quanti dei miei colleghi siano ancora animati da queste motivazioni. Forse questa ragazzo è troppo ingenuo, forse anche lui si accorgerà che bisogna pur farli dei compromessi. Ma credo che non ci sia niente di meglio che “lottare” per una convinzione del genere ed essere convinti della propria strada e delle ragioni per cui la si sta percorrendo.