La poetica degli scatti di Giovanni Scotti, talento della fotografia italiana
Artobjects • Photography
Vengo rapita da foto oniriche, con colori soffusi, pastello… rapire… questo è il termine che rende l’emozione derivante dagli scatti di Giovanni Scotti, talento della fotografia italiana.
L’artista, di cui si è già fatto menzione su riviste come Artribune, ha già esposto in occasione di importanti manifestazioni e mostre, quali ad esempio Fotografia Europea 2016 a Reggio Emilia, è stato selezionato per la Triennale di Fotografia e Architettura 2018 a Bruxelles, mentre a settembre esporrà a Bologna con la MLB Gallery e dal 27 settembre 2017 parteciperà al Festival di Internazionale negli spazi della MLB Gallery a Ferrara.
Disegnatore, pittore e armonicista blues, inizia la sua carriera fotografica quasi per caso, cercando di realizzare dei modelli che servissero per la pittura, ma l’utilizzo della macchina fotografica lo porta ad innamorarsi della luce, che diventerà protagonista dei suoi scatti.
La fotografia, come sostenuto dall’artista, è il mezzo attraverso cui racconta, documenta, mostra, ma soprattutto custodisce. E’ il mezzo attraverso cui si vuole “possedere” quel luogo, quell’oggetto, attraverso il particolare e personale punto di vista dell’artista. E’ scrittura di luce, che genera immagini, attraverso lo sguardo del fotografo.
Ma ciò che si evince dagli scatti di Scotti è una profonda ricerca e peculiare osservazione della realtà, dei luoghi, del tempo e dello spazio, che vengono interiorizzati attraverso la sua sensibilità e personalità, che non si focalizza solo a ritrarre qualcosa di bello o di armonioso, ma tutta la realtà nella sua complessità e totalità.
Fuori e all’intorno è una raccolta di fotografie scattate tra il 2010 e il 2012. Sono i primi risultati di una ricerca interiore, in divenire, da cui emerge uno scenario sospeso, un tempo e una dimensione presente, ma allo stesso tempo infinita.
Paesaggi che richiamano la pittura romantica, densi di vibrante lirismo, a perdita d’occhio, dove lo spettatore si immerge e si perde contemplando un mondo appena abbandonato, uno scenario quasi post-apocalittico, dove l’assenza dell’uomo fa capire come esso sia solo un abitante di passaggio, ma allo stesso tempo spettatore di un infinito molto più grande, di cui non riesce a cogliere tutte le sfumature e le componenti, in quanto fuori dalla normale soglia di percezione.
Ciò è quello che accade contemplando l’immagine Isolated boat transiting for 35 minutes into the deepest blue for the purpose of viewing beyond the limits of visibility scattata in una sera del marzo 2013. La nave, tra Pozzuoli e Bagnoli sembrava sospesa nel tempo e immobile. L’artista, solo in seguito si è reso conto che avanzava lentamente, talmente piano che l’occhio umano non ne era riuscito a percepire il moto.
Ma la ricerca interiore dell’artista continua con la realizzazione de La città del disincanto, negli anni 2013-2015, in cui egli si pone un interrogativo in merito all’identità del paesaggio nella civiltà dell’occidente, fortemente influenzato dalla mentalità americana.
Gli scatti, infatti, sono realizzati ad Edenlandia, primo parco tematico nato a Napoli nel 1965, a solo dieci anni di distanza da Disneyland, inventato da Walt Disney nella periferia di Los Angeles.
E’ in questo parco che per due generazioni i bambini napoletani con le loro famiglie si sono avvicinati al mondo della fiaba, prima di essere chiuso e assimilato al degrado della periferia che lo circonda.
Come sostiene lo stesso artista: “Quando si affronta un viaggio come quello mio a Edenlandia, si va incontro a dei rischi. Significa lasciarsi attraversare dal dramma dell’esistenza e dell’essere cresciuti, dal dramma della memoria; significa oltrepassare quella soglia che mi ha voluto di nuovo bambino in un mondo di fantasia, semplificato e in miniatura, che solo i bambini sanno immaginare, ripercorrere quei luoghi dell’anima, incontrare di nuovo i personaggi e gli elementi che li popolano, predisporsi all’ascolto e dar voce ai loro silenzi, con la consapevolezza che un raggio di sole li illumina e il buio in un castello li imprigiona. Ci vuole coraggio. Perché non si è mai grandi abbastanza per affrontare la morte di un’illusione, mai abbastanza piccini per superare l’orrore della cronaca.
“Benvenuti a Edenlandia, la città dei divertimenti di Napoli.”
Ma la denuncia verso l’abbandono, il degrado e l’imposizione dei modelli americani si fa più evidente con le splendide fotografie di Nuova Luce, progetto in progress del gruppo Presente Infinito curato da Marcello de Masi e che vede coinvolti diversi autori (fotografi, scrittori, musicisti e un documentarista), scattate prevalentemente nella periferia a nord ovest di Napoli, le storiche Terme di Agnano, l’ex acciaieria ILVA, il nuovo complesso del Parco dello Sport (mai sfruttato) e l’ex base NATO di Bagnoli (il complesso di epoca fascista Costanzo Ciano) il più importante centro strategico militare del Sud Europa in Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Tema centrale del progetto è il recupero della memoria, un’attenta interpretazione di un reale abbandonato, per testimoniare e recuperare un passato, che potrebbe essere utile per scelte future e al fine di attuare una nuova visione poetica della città, secondo gli sguardi contemporanei dell’artista, che imprime nei suoi scatti la propria visione legata al tempo, alla società, superando così l’immagine nota e ormai lontana dall’attuale Napoli.
L’artista, inoltre, si è fatto notare per l’operazione “On sale for the purpose of viewing beyond the limits of the rainbow” con uno scatto realizzato il 20 maggio 2016 con una macchina fotografica analogica. Il negativo, dopo qualche mese, è stato messo in vendita su Ebay l’8 settembre alle ore 8, per una cifra di 8 milioni di euro e ne hanno parlato il Daily Mail, il Telegraph e giornali di tutto il mondo. 8 come l’infinito, che Scotti cerca di rappresentare nei suoi scatti. Ma il valore del negativo è inestimabile, in quanto le condizioni uniche di luce e colori, durate all’incirca 8 minuti, hanno consentito di imprimere sulla pellicola il Vesuvio perfettamente incorniciato da uno splendido arcobaleno.
C’è stato chi ha messo in dubbio il reale accadimento dell’evento, sostenendo che si trattava di un fotomontaggio realizzato al fine di creare sensazionalismo in rete, ma l’artista è sceso in campo lanciando la provocazione; sostenendo il valore dell’immagine analogica come primo indice di realismo, quale prova inconfutabile agli occhi del mondo che l’evento si è realmente verificato, essendo il negativo, a differenza dell’immagine digitale, unico e inalterabile e giustificando, in tal modo, il prezzo d’asta.
La fotografia stampata (in positivo) è disponibile solo in edizione limitata all’interno del libro d’autore (edizione di 8) realizzato in occasione del primo anniversario dell’evento (20 maggio 2017).
Un talento eccezionale, impegnato non solo nella fotografia, ma anche nell’editoria con la rubrica “Classico zoom”, pubblicata con l’Espresso Napoletano e nella cura di cover per album musicali, capace di emozionare e trascinare lo spettatore in uno spazio sospeso tra il presente e l’infinito, figlio del suo tempo ed esponente della sua contemporaneità.
Foto Copyright: Giovanni Scotti