La fotografia messa in scena di Sandy Skoglund
Artobjects • Installations
Artista americana, tra le più brillanti interpreti della staged photography contemporanea, Sandy Skoglund realizza fotografie allestite, che accolgono lo spettatore in un mondo magico e straniante, al confine tra verità e finzione.
Quello della Skoglund è un linguaggio visionario, prossimo al non-sense, denso di significati e di simbolismi, che valica l’orizzonte semantico della fotografia, e che attraverso l’uso di espedienti estetici attinti dalla pittura e dal cinema, sfrutta le potenzialità narrative e illusionistiche del mezzo.
La Skoglund utilizza la fotografia quale strumento d’espressione per tradurre l’immaginazione in realtà: come un pittore, un novelliere o un regista, mette in scena delle vere e proprie performance teatrali, pantomime stravaganti, improbabili, talvolta inquietanti, che reifica e cristallizza in frames di surreale bellezza.
Nascono così opere come “Babies at paradise pond”, un ameno paesaggio lacustre invaso da una miriade di sculture di neonati a grandezza naturale, o “Cats in paris”, in cui compaiono un gruppo di felini di colore verde acido, o ancora “Gathering paradise”, un patio rosa shocking popolato da scoiattoli neri modellati in resina epossidica.
Tutte le immagini di Sandy Skoglund sono frutto di interventi reali sullo spazio, che è luogo di costruzione dell’immaginario, della fabula.
Dietro ogni ritratto si cela un procedimento artigianale, accurato e paziente, che può durare settimane, perfino mesi, e che trasforma ambienti ordinari e oggetti quotidiani, in visioni, allo stesso tempo, poetiche e agghiaccianti, colossali installazioni ambientali orchestrate dall’artista con perizia maniacale, in ultimo fotografate e stampate, senza l’ausilio di tecniche di manipolazione digitale.
Nata a Quincy, nel Massachusett, nel 1946, Sandy Skoglund vive e lavora a New York. Ha studiato arte all’Università dell’Iowa e storia dell’arte alla Sorbonne.
Foto Copyright: Sandy Skoglund – sandyskoglund.com