La Città del food di Boeri per Amatrice, la nuova architettura per combattere il terremoto

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In questi giorni freddi e sfortunati mi sembra appropriato parlare di calore, di speranza ritrovata.

Amate Amatrice è lo slogan del nuovo progetto promosso da Stefano Boeri e associati per donare nuova speranza ad Amatrice e alle zone terremotate.

Il progetto si propone come nuovo centro di aggregazione per i cittadini e il 23 dicembre 2016 viene inaugurata la mensa, primo degli edifici, della Città del food nel centro di San Cipriano.

Il progetto gode dei fondi dell’iniziativa Un aiuto subito-Terremoto Centro Italia 6.0, che ha raccolto circa 7 milioni di euro. E’ puro calore sapere che tutta Italia si è mossa nei confronti dei propri compaesani in difficoltà.La mensa vuole proprio donare calore a chi è circondato dal vuoto gelido della tragedia che ancora oggi, purtroppo, continua a farsi sentire e continua a far tremare la terra. Questo luogo vuole ospitare e accogliere tutti, grandi e bambini, rappresentando un nuovo punto di ritrovo e di appoggio per tutta la comunità.

E’ in questo sottile concetto che l’architettura dello spazio pubblico acquista valore e si spoglia mostrando la sua vera natura: l’architettura nasce per l’uomo e per esso rappresenta salvezza. Essa è nata come riparo, rifugio, per le popolazioni primitive che dovevano proteggersi dalle intemperie e dal freddo.

Potremmo dire che architettura uguale necessità. La necessità di ricominciare a vivere, di ritrovare il proprio spazio e di ricostruire la propria vita.

La realizzazione della mensa è solo la prima delle tappe che vedono protagonista la Città del food, secondo il progetto di Boeri, infatti, mancano all’appello ben otto ristoranti che omaggeranno la tradizione culinaria di Amatrice e delle terre limitrofe, disegnati ognuno secondo le esigenze dei singoli ristoratori e unificati da una struttura leggera in legno e acciaio, affacciati su un’ampia piazza centrale.

Utilizzare uno dei nostri punti di forza, come la cucina, per ridarci forza, un’idea geniale che omaggia, tra l’altro, anche la cultura italiana.

A oggi la mensa, realizzata in tempi brevissimi, è stata disegnata interamente in legno e appare ai nostri occhi come un progetto portatore di innovazione e contemporaneità.

490 mq che ospitano complessivamente 150 posti a sedere per l’area ristorante, alla quale, annessa, si predispone l’area bar/caffetteria.

Una piazza. Dove gustare i prodotti locali, certo. Ma anche incontrarsi, giocare, stare insieme, in uno spazio polifunzionale, al coperto, con una grande vetrata rivolta verso i Monti Sibillini.

-Stefano Boeri

Così l’architetto descrive la sua proposta per la ricostruzione fisica e morale del piccolo centro, nuovo simbolo e fulcro pulsante per la città.

Stiamo parlando di legno e di edifici certo ma sotto-sotto possiamo scorgere un briciolo di speranza che scuote l’anima sotto la superficie.

Il prossimo appuntamento è per Pasqua quando gli otto ristoranti potranno dare il via alle loro attività.Foto Copyright: Stefano Boeri

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Articolo di Francesca Longoni

Francesca Longoni

Giovane architetto d'interni. Attenta al mondo che mi circonda, in cerca di bellezza

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