Kit King, corpo umano e realismo pittorico
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Carnale, deforme, florido, poetico, vitale, ora energico e pulsante, ora pesante e inerte, vero più del vero, immaginario, desessualizzato, depersonalizzato, liberato dalle imposizioni estetiche della società contemporanea.
È il corpo umano, protagonista indiscusso e nucleo tematico dell’arte di Kit King, una pittura figurativa di estremo virtuosismo tecnico, di tendenza iperrealista ma non priva di elementi surreali, in perfetto equilibrio entro concetti teorici antitetici, tra reale e simbolico, concettuale e formale.
Nei dipinti di King, e in particolare nelle scene di nudo, è evidente l’interesse per la rappresentazione realistica del corpo. La figura umana, tutt’altro che idealizzata, si inserisce in un quadro di totale identificazione tra arte e vita. L’artista canadese non cerca proporzioni perfette o forme armoniose, dipinge creature, crudamente erotiche, dalla fisicità credibile, plasticamente ben costruite con l’uso del chiaroscuro e della luce, ambisce alla riproduzione fedele del modellato anatomico, mettendone a fuoco ogni dettaglio, gli inestetismi e le naturali imperfezioni, con una capacità imitativa sorprendente.
Le sue opere, pur realizzate a mano, con un lavoro lungo e di minuzia, e con tecniche pittoriche tradizionali, possiedono l’effetto visivo di un’immagine fotografica, sono così realistiche da sembrare irreali. Ma, al di là di questa precisione certosina, virtù seminale dell’arte iperrealista, i personaggi di King esprimono un’intensità emotiva bruciante, l’inconscio prorompe con impeto nei suoi ritratti: l’atto del dipingere, non è soltanto mera rappresentazione dell’essere umano nelle sue fattezze esteriori, ne rivela l’intima verità, il disagio esistenziale, ne cattura l’essenza, in un coinvolgimento fisico e psichico totale.
Una pittura che è proiezione immaginifica del mondo interiore dell’artista, un’autoscopia della sua anima, delle sue paure, dei suoi timori ossessivi – l’agorafobia che l’ha costretta, per molti anni, tra le mura domestiche, e a una quasi totale chiusura relazionale – delle sue emozioni, dei suoi desideri più profondi.
I paint as a way to escape reality, but always manage to wind up painting my reality. I tend to create works that are centred around my mental state at the time of creation.
– Kit King
Foto Copyright: Kit King – kitkingart.com