“In Extremis”, le impetuose cadute scenografiche di Remmidemmi
Artobjects • Photography

Persone immortalate in rovinosi capitomboli, accartocciate su loro stesse, schiantate brutalmente a terra, parla di questo il progetto fotografico In Extremis di Sandro Giordano, impetuose cadute fisiche, metafore di scivoloni morali e spirituali.
Giordano si avvicina al mondo della fotografia lentamente, ma facendo un gran rumore, così come suggerisce il significato del suo pseudonimo, Remmidemmi, espressione tedesca che sta a significare “ribaltiamo le cose”, “facciamo un gran casino”.
Dopo aver lavorato per anni come attore, arriva una folgorazione, che si concretizza con la fotografia: tutto nasce da una caduta in bicicletta, in cui Giordano si fa molto male, ma nella quale riesce a salvare l’oggetto che aveva in mano, una banale barretta proteica. Da questo episodio nasce l’urgenza di immortalare la caduta, momento intimo, nel quale tutti noi siamo obbligati a gettare la maschera.
Per Giordano queste fotografie vogliono essere una denuncia al consumismo, un mostrarci quanto siamo vittime delle cose, in un mondo in cui più possediamo, più siamo.

I set fotografici che realizza Remmidemmi sono molto articolati, pieni di dettagli, atti a ricreare spaccati di vita reale, talvolta anche violenti e crudi, dove però la durezza si manifesta in maniera ironica e grottesca attraverso colori accesi e vibranti, dall’impatto visivo sorprendente.
“In Extremis” vuol dire “all’ultimo momento”, infatti è all’ultimo momento che ci si può salvare da una caduta, che sia letterale o metaforica, perché il cadere, lo sbattere, è sempre sintomo di un qualcosa che non va. È allora che in extremis si può rimediare agli errori.
Dopo una caduta, o rimani là o ti rialzi più forte di prima. La speranza è che nel vedere le foto, la gente possa sorridere, ma anche riflettere sulla condizione umana.
– Remmidemmi




Foto Copyright: Remmidemmi – sandrogiordanoinextremis.it – @__remmidemmi