I paesaggi marini di Jake Aikman
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Dalle acque increspate che diedero la vita alla Venere di Botticelli, a quelle in tempesta di Turner, dall’onda potente e minacciosa di Hokusai alle placide vedute marine di Monet, il mare è da sempre soggetto privilegiato della pittura, fonte inesauribile di sentimenti e di riflessioni esistenziali, simbolo della fragilità dell’uomo difronte alla potenza inaccessibile della natura, oscura, violenta, meravigliosa, che spaventa e commuove, e attrae con un’energia indomabile.
Un mare inquieto e misterioso è il grande protagonista delle opere dell’artista londinese Jake Aikman, che dipinge, con estremo virtuosismo, paesaggi di forte valenza emozionale, con una tavolozza di sfumature cupe e malinconiche ritrae luoghi solitari che hanno dell’onirico, e appaiono pervasi di un silenzio estraniante e sinistro, e che sono allegoria dell’inconscio, e dell’universale fluire dell’esistenza, panta rei, tutto scorre.


L’artista, che in questo periodo vive e lavora a Città del Capo in Sud Africa, evoca nei suoi dipinti, ora dai tratti molto realistici, ora caratterizzati da un lirico sintetismo, l’ideale romantico del sublime, la sua pittura si distingue per le intense pennellate materiche nelle fredde gradazioni del blu, dell’azzurro e del verde, che ben raffigurano il moto perenne e la morbida fluidità delle acque marine.
Human vulnerability and awe in relation to the sea has interested me long before I picked up a brush to paint it. In my opinion the sea reminds us that we are not in control of the forces of nature, and linked to that reminder are the trials and tribulations of the individual’s (viewer) life. My goal is to get under the skin or behind the veil of the purely visual experience of the image. Ultimately my wish is for the viewer to engage with what lies beneath the surface within themselves.
– Jake Aikman





Foto Copyright: Jake Aikman – jakeaikman.com – @jake.aikman