Ai confini del reale attraverso un’architettura trasparente
Archiobjects • Architecture
Un giovane artista italiano e l’obiettivo di rendere più comprensibile un sito archeologico: è il singolare incontro che ha dato vita ad uno straordinario dialogo tra l’antico e l’arte contemporanea attraverso un’architettura trasparente.
Edoardo Tresoldi, 29 anni, italiano. Formatosi come pittore di scenografia, vive in un primo momento la rete metallica come semplice struttura interna per i suoi apparati scenici. Da questi studi intravede però un potenziale espressivo della rete nella sua finitura più essenziale, spoglia, incompleta.
“Tutto quello che gli manca, è sostanzialmente tutto quello che ha.” – Edoardo Tresoldi
La nuova accezione, più complessa e profonda, lo porta a scolpire con le proprie mani una trasparenza capace di creare dinamiche geometriche, reali solo attraverso il diretto rapporto con l’osservatore e il suo movimento. L’esperienza emotiva che si scatena diviene il vero valore dell’opera, un filtro penetrabile tra lo spettatore e l’inafferrabile scala naturale.
Ed è nel Parco Archeologico di Siponto, in Puglia, che la sua trasparenza si manifesta in un’inesplorata sublime complessità.
All’interno di un programma di sviluppo economico del territorio, improntato sul recupero dei siti archeologici locali, il giovane artista italiano è chiamato per interpretare il dialogo tra l’antico e il contemporaneo così da riportare in vita una storia di cui si hanno solo poche tracce.
Con 7 tonnellate di rete metallica e 5 mesi tra progettazione e realizzazione, la basilica paleocristiana di Santa Maria risorge attraverso un’installazione permanente capace di riprodurre i suoi 14m di altezza e il rapporto volumetrico con l’adiacente chiesa di Santa Maria Maggiore.
L’intenzione di creare disegni nel paesaggio con semplici figure si evolve dando luogo a un risultato pieno e radicato, restituendo per la prima volta in un sito archeologico la terza dimensione.
Attingendo alla tavolozza della storia, Edoardo Tresoldi ha scolpito un dipinto nell’aria.
La trasparenza diventa così il legante del nuovo dialogo (tra arte, archeologia, paesaggio e architettura) che mostra la forza della complessità nell’innescare il dormiente incontro tra presente e passato.
Un’architettura trasparente che fondendosi con la naturale metamorfosi della luce diurna scatena un affascinante scenario, che si rinnova nell’oscurità della notte attraverso una misurata illuminazione artificiale.
La precisa informe basilica diventa così opera sociale riavvicinando la storia agli uomini dell’odierno attraverso l’audacia e l’attrazione.
Una grande scultura dalla forma di architettura.
Un acuto esempio dell’uomo che indaga, apprende e plasma una straordinarietà trasparente, inaspettata speranza per il patrimonio storico che spietati schiavi della disumanità tentano di devastare.