Agnieszka Sosnowska, l’impercettibile distanza tra uomo e natura islandese
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Agnieszka Sosnowska: appassionata da quando aveva diciotto anni di fotografia e autoritratti; trasferitasi nel 2005 in Islanda, in una delle zone più rurali dell’isola. Ecco come la fotografa polacca ha deciso di sfruttare la sua passione per mostrare al mondo intero, ormai quasi totalmente civilizzato, in che modo il suo stile di vita sia cambiato radicalmente in Islanda. Nasce così la raccolta ‘In my backyard: Iceland’.Qui vive, insieme al marito e ai figli, in stretto e costante contatto con la natura. “In Islanda, il paesaggio e il tempo sono in costante cambiamento” dice Agnieszka, ma nonostante questa incostanza è riuscita a trovare le sue nuove abitudini e ad adattarsi ad esse. Agricoltura, allevamento e caccia sono adesso all’ordine del giorno per lei; non teme più il freddo estremamente rigido, l’acqua estremamente gelata; non sente più la mancanza di tutto ciò che possedeva a Boston, dove è cresciuta.
È un mondo surreale di rituali che possono apparire respingenti o in alcuni casi grotteschi. I rituali dell’allevamento e della caccia sono lenti e prevedono molto impegno. La pesca, la caccia, la semina e la raccolta sono considerati passatempi per molte persone nel mondo civilizzato, ma l’agricoltura, per me, può essere vista come una manifestazione fisica di determinazione di un essere umano. Gli sforzi di un agricoltore hanno risultati incerti, e una tale scelta di vita è nobile ai miei occhi.
-Agnieszka Sosnowska
Attraverso una serie di scatti e autoscatti in bianco e nero, Agnieszka Sosnowska ci mostra non solo paesaggi spettacolari e incontaminati, ma anche la sua convivenza con la natura islandese.











Foto Copyright: Agnieszka Sosnowska