A metà strada fra le Piramidi Egizie e i Dolmen greci, la Volta Celeste di Silvio Berlusconi
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Silvio Berlusconi, mancato il 12 giugno 2023 all’età di 86 anni, a prescindere dall’orientamento politico, che tende sempre a imporsi come metro di giudizio, è stato senza dubbio un uomo dalle vedute grandiose, dalle infinite sorprese e dal grandissimo carisma.
Una delle figure di spicco della nostra Italia, che inevitabilmente, con la sua morte, se ne porterà via un pezzetto.
E così, anche in una circostanza come questa è stato in grado di sorprenderci, svelando un luogo leggendario, nascosto all’interno del parco della sua storica Villa San Martino, ad Arcore: un monumento celebrativo di grande fascino ispirato alle tombe maestose del passato, dai Dolmen greci fino agli esperimenti Nuragici in Sardegna, passando per le contemporanee opere di Land Art nei paesaggi sconfinati delle Americhe.

Il mausoleo, battezzato Volta Celeste, è stato plasmato dalle mani dello scultore Pietro Cascella fra il 1990 e il 1993, che ha modellato ben cento tonnellate di pietra per tre anni di lavoro.
Lui mi disse: non farmi una cosa mortuaria, con le falci, le morti, i teschi, gli scheletri, quell’armamentario cimiteriale. E allora io dissi: pensiamo all’alto, al cielo. E allora ho fatto questa cosa che si chiama Volta Celeste.
Disse Pietro Cascella ricordando l’istante in cui l’ex premier gli comunicò la volontà di un luogo simbolo per se stesso e per la sua famiglia.

Moltissime sono le leggende e le storie che raccontano di questo colosso di pietra, a cui si accede per mezzo di una grande scalinata in travertino che porta, ipogea, alla tomba in marmo rosa che ospita i 36 loculi.
[…] un vestibolo; un grande salone rivestito di marmo, al centro il sarcofago di marmo bianco ornato di rosette di travertino rosso; oltre il “dormitorium” per l’estremo riposo della gens berlusconiana, sino a trentasei posti.
Enrico Deaglio
In superficie invece si erge monumentale, e grandiosa, la composizione realizzata da Cascella in marmo bianco delle Alpi Apuane.
Un tripudio di dodici colonne che innalzano al cielo cubi, sfere, piramidi e volumi spezzati dalle sembianze metafisiche che impongono la loro silenziosa presenza sulla natura e sullo scorrere del tempo.
E in fondo a un viale di pioppi il Mausoleo, a mezza strada tra la piramide egizia e il pantheon, danza plasmando la pietra in un caratteristico stile atzeco-cubista.
Enrico Deaglio




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