Intervista a Gate44, la nuova stamperia artistica a Milano
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Gate 44 nasce dalla passione e dall’amore per la ricerca e l’arte della stampa di due giovani che hanno unito le loro esperienze e specificità intellettuali.
Monia Pavone, stampatrice e Glen Lasio, artista, hanno dato vita ad un un hub internazionale d’arte contemporanea nel campo della stampa calcografica che opera nel cuore di Milano, all’interno di un palazzo ottocentesco, come centro creativo e produttivo.
Un ambito antico, dal risvolto moderno che dà voce al contemporaneo.
Monia e Glen devono il loro incontro professionale ad un grande maestro dell’arte grafica, Giorgio Upiglio di cui Monia è stata collaboratrice e assistente per molti anni, fino alla sua scomparsa avvenuta nel 2013 mentre Glen frequentava la stamperia “Impressioni originali” di via Fara come artista durante i suoi periodici rientri in Italia dagli USA dove risiedeva.
Come è organizzato lo studio-laboratorio?
Lo scopo di Gate 44 è di creare sistemi di significato oltre che prodotti artistici dando cosi voce all’idea che la forma rappresenta.
Lo studio è organizzato per rispecchiare le esigenze di stampatore ed artista e per poter lavorare con facilità sui grandi formati. E’ diviso in tre zone:
- sala lavorazione: una camera aspirata e ventilata costituisce la zona di lavorazione, acidatura, e pulizia delle lastre.
- sala stampa: in questo locale si trovano i torchi da stampa calcografica manuali. È organizzata in due stazioni per inchiostrazione per i rispettivi torchi e grandi tavoli di appoggio.
- lo studiolo: una stanza privata a disposizione degli artisti dove avviene tutto ciò che non fa strettamente parte del processo di stampa. L’artista può qui preparare la lastra, completarla, disegnare, acquarellare, pensare etc.
Il laboratorio artistico, la residency e i corsi. Scopriamo meglio la stamperia nell’intervista a Glen
Riuscireste a descrivere la vostra attività in uno slogan?Driven by the imaginable and devoted to make it possible.Come vi siete conosciuti e da cosa è nato il progetto?Ci siamo conosciuti nella stamperia di Giorgio Upiglio dove Monia lavorava in qualità di sua assistente e che io frequentavo come artista. Nel 2013 portai da Upiglio alcuni artisti di una galleria di Chicago ad eseguire delle incisioni; in quella circostanza io e Monia abbiamo approfondito la nostra conoscenza sotto il profilo lavorativo e uno o due anni dopo è nata l’idea di aprire una stamperia.
Il progetto nasce dal desiderio di creare ponti. Ponti tra persone, forme d’arte, culture e idee. Una stamperia d’arte è un luogo d’incontro e di scambio la cui energia è alimentata dalle persone che la frequentano. Un luogo di input e output, dove arrivano idee che prendono forma e dove la forma plasma le idee.Perché Milano? E’ uno scenario in grado di valorizzare i vostri progetti? Perché abbiamo l’impressione che, piano piano, un po’ per volta, Milano stia tornando a pulsare. Rimane un polo di eccellenza in tanti settori oltre che essere il cuore economico d’Italia ed è forse il luogo dove ci sono più opportunità per artisti.Come mai questo forte legame con la tradizione?In realtà non crediamo di avere un particolare legame con la tradizione né con l’innovazione di per sè. Ci preoccupa l’attualità caratterizzata dalla sua dinamica interazione tra tradizione vicina e lontana, pulsioni verso un futuro solamente immaginato, recupero di cose dimenticate, e attenzione a tecnologie appena emerse. Il legame è con il contesto, e crediamo che in questo contesto questa tradizione abbia ancora un senso.Vedete la manualità come una forma d’arte?No, non di per sé. La manualità per noi è uno strumento di apprendimento attraverso cui si può giungere ad una conoscenza diversa da quella della ragione e che, se integrata con essa, può avvicinarci all’arte. Da questo punto di vista siamo forse più vicini alla filosofia cinese per cui la padronanza del proprio strumento o del proprio corpo sono espressione del perfezionamento del pensiero.
Perché un artista dovrebbe venire da voi, cosa vi contraddistingue dagli altri?Quello che ci contraddistingue è che abbiamo una certa propensione alla sperimentazione. Creando ponti con altre discipline e tecniche come la digital fabrication e la stampa digitale, siamo in grado di ampliare la gamma di possibilità espressive e metterle a disposizione dell’artista.A chi vi rivolgete principalmente?Principalmente ad artisti, illustratori, grafici, fotografi e chiunque abbia una passione per le cose fatte con cura, con esattezza e per amore.Siamo stati nel vostro spazio, davvero unico, come lo raccontereste a chi non lo ha mai visto?E’ un palazzo ottocentesco nel cuore di Milano dove il tempo si ferma, non per rimanere indietro ma per consentire allo spirito di crescere secondo il proprio ritmo.
Monia, tu hai collaborato con il maestro Giorgio Upiglio, quanto della tua esperienza riporterai in questo progetto?Al di là di quello che ho imparato sotto il profilo tecnico che mi auguro di rispettare e migliorare, mi piacerebbe ricreare l’atmosfera della stamperia e il sentimento che la muoveva.
La stamperia è, per me un luogo di lavoro ma anche di arricchimento umano non quantificabile e misurabile in termini di tempo e guadagno. La mia esperienza di stamperia è di un luogo d’incontri a cui approdano persone di ogni tipo e da ogni parte del mondo per condividere essenzialmente la propria storia, il proprio essere. Grazie a questo scambio, che è poi un atto di generosità da entrambe le parti, si aprono e dispiegano le possibilità della creatività. Vorrei che a GATE 44 si ricreasse quella sinergia tra sviluppo umano dell’individuo e crescita lavorativa, poiché credo che nel nostro campo siano strettamente legate.Glen hai avuto modo di vivere differenti scenari artistici internazionali.. Noti delle differenze rispetto all’Italia? La differenza che più percepisco è legata al fatto che in Italia siamo depositari di una forte e ben radicata eredità e coscienza culturale. È un’arma a doppio taglio perché se da un lato ci da consapevolezza e senso critico dall’altro può inibire la propensione a pensare con la propria testa, a rompere gli schemi e ad assumersi i rischi che ne conseguono.
Ad ogni modo abbiamo la fortuna di lavorare con individui, individui particolari le cui caratteristiche per il fatto di essere artisti trascendono i luoghi e i tempi e sono loro a farci sentire a casa e in buona compagnia.Da qui a 10 anni come vi vedete?Io in un spazio cinque volte più grande, uno staff di 10 persone, e mezzi di stampa di ogni tipo ed epoca. Monia in una barca in mezzo all’Oceano che percepisce una quota dei guadagni delle suddette dieci persone.
Gate 44 dove l’arte diventa parola, forma e scambio.
Un luogo dove l’artista ha la possibilità di aprirsi, condividere le proprie idee, ascoltare pareri e sperimentare la materia, con l’opportunità di partecipare a workshop e laboratori.
Questa stamperia artistica è alimentata dall’energia di chi la frequenta, uno spazio che diventa Casa, il posto dei propri pensieri.
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