Terreno che scavi, architettura che trovi

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Segni, incisioni e scavi.

Sembrano le azioni di un artista, di un chirurgo o di un un agricoltore che lavora la terra, ma no, queste sono solo alcune delle azioni che, qualche architetto, si è divertito a sperimentare.

Architetti che lavorano con la terra come se fosse carta, che la plasmano come fossero scultori esperti e che la sezionano nascondendo al suo interno un’idea.

Nascono così progetti che parlano di terra, di sabbia o di roccia, che vogliono sfidare la natura nascondendosi al suo interno. Oggi è sempre più frequente la possibilità di incontrare qualche edificio nascosto nel terreno. A volte si tratta di piccoli interventi, a volte si tratta di complessi più ampi.

Ktima House, Grecia

Se quest’estate qualcuno dovesse trovarsi per caso in Grecia, sull’isoletta di Antiparos non può mancare l’incontro con la Ktima House di Camilo Rebelo e Susana Martins, dove il bianco candido delle tipiche abitazioni greche incontra la terra bruciata dell’assolata isola, nascondendosi al suo interno e contenendo il terreno per fare spazio all’architettura.

Cantina Antinori, Toscana

Chi, per caso, si dovesse ritrovare sulle belle colline toscane non può perdersi l’incontro con la Cantina Antinori dello studio Archea, sempre che la riesca a riconoscere, nascosta fra le vigne, disegnata da tre tagli nel terreno, in orizzontale, che ospitano i locali della cantina e i sui vini pregiati.

Piscine di Leca de Palmeira, Portogallo

Se invece, come me, siete affascinati dall’acqua e state viaggiando in lungo e in largo per il Portogallo, dovete per forza fare una tappa alle Piscine di Leca de Palmeira. Alvaro Siza lavora con le rocce e con il mare disegnando le piscine come delle oasi scavate fra la pietra, accessibili a tutti e contemplabili sia dal mare che dalla costa.

Giardino botanico di Barcellona, Spagna

E ancora per chi avesse in programma una visita nella bella Barcellona non può non inserire nel programma una visita al Giardino Botanico della città dove terrazzamenti e zolle naturali guideranno il vostro cammino alla scoperta della poetica di Ferrater e del suo studio.

Città della cultura, Spagna

Potremmo elencare ancora molte opere e molti architetti che hanno lavorato con il terreno conferendogli una nuova identità, come forse tra i primi fece Eisenman, con i suoi interventi scultorei che sollevano e piegano il terreno, quasi come se l’architettura potesse arrivare fin sotto la superficie e potesse prendersi il diritto di stravolgerla.

Ciò che è interessante però, non è il risultato a cui questi architetti sono arrivati, che si tratti di successi o insuccessi, ma lo è l’azione che hanno compiuto, utilizzando le mani e la mente per plasmare la realtà a loro piacimento.

L’idea, incredibile, che l’architettura debba far parte di un progetto più ampio che scavi sotto la superficie per vagliare nuovi orizzonti.

Foto Copyright: Camilo Rebelo – Cantina Antinori – Archea – Alvaro Siza – Ferrater – Eisenman

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Articolo di Francesca Longoni

Francesca Longoni

Giovane architetto d'interni. Attenta al mondo che mi circonda, in cerca di bellezza

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